Dopo un anno di bombardamenti, cosa è rimasto a Gaza? “Non lo sappiamo”. Un’ammissione drammatica, pronunciata non da un osservatore internazionale o da un politico, ma da un geografo: Jamon Van Den Hoek, dell’università statale dell’Oregon.
RG 12.30 del 14.10.2024 - L’intervista di Elisa Fraccaroli
RSI Info 14.10.2024, 13:19
Negli ultimi mesi, mentre le forze israeliane avanzavano nella Striscia, il professore ricostruiva, interpretava e analizzava le immagini satellitari provenienti dal Copernicus. Il risultato? Una cartografia della distruzione.
Van Den Hoek ha stimato che 159’000 edifici sono stati danneggiati: “circa il 59%”, quasi due terzi dell’enclave. I raid non hanno risparmiato quasi nulla. “Al momento c’è solo un ospedale operativo; non ci sono scuole funzionanti; le strade sono ampiamente danneggiate, distrutte e solo poche rimangono ancora percorribili”. I luoghi che non sono stati colpiti dall’artiglieria o dall’aeronautica “sono circondati da macerie”.
Il geografo si è concentrato prevalentemente sugli spazi definiti “protetti: infrastrutture ospedaliere, scolastiche e i campi profughi”. Le conclusioni sono nette: “in alcuni casi abbiamo riscontrato una distruzione quasi totale”. A essere pesantemente danneggiate sono state anche le aree agricole. Stando all’ONU, oltre il 70% degli spazi coltivabili sono inutilizzabili.