Reportage

Kanal Istanbul: il controverso maxi-progetto di Erdogan che divide la Turchia

Tra rischi e opportunità: l’opera avrà un grande impatto sul territorio e presenta rischi sismici - Gli equilibri geopolitici, inoltre, potrebbero cambiare

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Kanal Istanbul: il controverso mega-progetto di Erdogan che divide la Turchia

RSI Info 25.07.2025, 09:58

  • Italo Rondinella per RSI Info
Di: Italo Rondinella, collaboratore RSI in Turchia

È il più ambizioso (e secondo alcuni folle) progetto infrastrutturale e strategico che il leader turco Recep Tayyip Erdoğan si sia sino ad ora intestato durante la sua trentennale carriera alla guida di Istanbul e della Turchia.

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Küçükçekmece è un distretto di Istanbul, situato lungo la costa del Mar di Marmara, dove è previsto l’ingresso meridionale del progetto Kanal Istanbul.

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Si tratta di un canale artificiale che, tagliando da nord a sud, per 45 chilometri, la Tracia Orientale, dovrebbe collegare il Mar Nero al Mar di Marmara, facendo diventare, di fatto, la parte europea di Istanbul un’isola. L’idea alla base del progetto è quella di decongestionare il traffico marittimo del Bosforo che, da sempre e fino ad ora, rappresenta per i Paesi che si affacciano sul Mar Nero (Turchia, Romania, Bulgaria, Ucraina, Russia e Georgia) l’unica via d’accesso al Mediterraneo. Dal Bosforo transitano ogni anno più di 40 mila navi (9 mila delle quali sono petroliere che trasportano oltre 145 milioni di tonnellate di petrolio grezzo). L’obiettivo di Erdoğan, realizzando il canale artificiale, è quello di potenziare il ruolo della Turchia sulle rotte marittime regionali ed internazionali.

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TOKİ è l'agenzia governativa turca per l’edilizia residenziale pubblica. Fu fondata nel 1984 con l'incarico di pianificare, finanziare e costruire alloggi per le fasce sociali a basso reddito. Nel corso degli anni ha ampliato la propria azione anche alle ricostruzioni post-terremoti e a progetti urbanistici di larga scala.

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Per coloro che lo avversano, alla testa dei quali sta il sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, agli arresti dal marzo scorso, il progetto rappresenta una sciagura per diverse ordini ragioni. Dal punto di vista economico, Kanal Istanbul (che comporta un investimento stimato tra 15 e 25 miliardi di dollari) sarebbe un’opera mirata esclusivamente ad attrarre capitale straniero, per alleviare le difficoltà finanziarie della Turchia.

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Mert è un allevatore di bestiame residente a Baklalı, nel distretto di Arnavutköy a Istanbul. La sua attività, come quella di molti altri allevatori e agricoltori della zona, rischia di scomparire a causa del progetto Kanal Istanbul, che prevede la riconversione del territorio agricolo in un’area ad alta urbanizzazione.

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Dal punto di vista ambientale comprometterebbe l’approvvigionamento idrico della città. Il canale infatti attraverserebbe importanti bacini d’acqua dolce; in particolare il bacino di Sazlıdere che, trasformato in acqua salmastra o marina, diventerebbe inutilizzabile come fonte potabile. Anche le biodiversità della regione soffrirebbero; ma la preoccupazione maggiore insiste sull’aumento del rischio sismico in un’area attraversata da numerose faglie. Vi è infine una complessa ragione di carattere geopolitico: la costruzione di un canale artificiale potrebbe minacciare gli equilibri governati dalla Convenzione di Montreux (1936) che regola il traffico marittimo attraverso i cosiddetti “stretti turchi”, ovvero il Bosforo e i Dardanelli.

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L’urbanizzazione delle aree agricole è già iniziata. Indipendentemente dalla realizzazione del progetto Kanal Istanbul, le comunità di agricoltori e allevatori residenti nella zona interessata dal tracciato del canale stanno già affrontando rilevanti ripercussioni.

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Secondo l’analisi della professoressa Tuba Eldem, docente di Scienze Politiche presso la Fenerbahçe University, che abbiamo intervistato, le numerose complessità politiche, economiche e ambientali rendono improbabile la realizzazione del progetto nel breve periodo.

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Karaburun, con la sua lunga spiaggia sabbiosa è una popolare località balneare del Mar Nero, situata nel comune di Arnavutköy, in provincia di Istanbul, dove si prevede sarà ubicato l’ingresso settentrionale del Kanal Istanbul.

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Tuttavia, i lavori di urbanizzazione legati al canale sono già iniziati nel 2021; e qualcuno ne sta già pagando le conseguenze. Si tratta delle piccole comunità locali di agricoltori e allevatori, che vedono le proprie attività soffocate e spazzate via, travolte da un processo che le esclude e le relega ai margini. A guidare questa trasformazione c’è TOKİ, il grande ente pubblico incaricato dello sviluppo edilizio su larga scala, che sta costruendo infrastrutture e nuovi insediamenti lungo tutto il tracciato del canale.

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  • Keystone
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