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Juan e Hector, storie da Tijuana (1)

Sono in 5000, la maggior parte giunti dall'Honduras. Vogliono raggiungere gli Stati Uniti ma sono fermi in Messico (che non li vuole)

  • 30 novembre 2018, 05:36
  • 9 giugno, 01:40

La speranza della carovana

Sono accampati in una struttura sportiva nella periferia nord di Tijuana, a pochi metri dalla barriera metallica che divide il Messico dagli Stati Uniti. Sono circa 5000 migranti, perlopiù provenienti da Honduras e Salvador. Vivono in spazi ridotti dormendo in tende arrangiate con qualche vecchio lenzuolo. Sono tutti in attesa di un segnale dal Governo americano e dal Dipartimento della Sicurezza Interna al quale hanno affidato le richieste di asilo umanitario.

Rifugi pieni a Tijuana, dove migliaia di migranti attendono di passare il confine con gli Stati Uniti

  • 22.11.2018
  • 08:16

Domenica scorsa 500 di loro hanno approfittato di una situazione di confusione (la polizia di Tijuana era impiegata a contenere una manifestazione anti-migranti organizzata da un gruppo spontaneo di cittadini messicani) per provare a forzare la barriera di San Ysidro. Dopo attimi concitati (da una parte la sassaiola dei migranti, dall'altra i gas lacrimogeni dei Marines americani) tutto è tornato alla tranquillità.

La città di Tijuana intanto è vicina a dichiarare lo stato di crisi. “Non abbiamo le risorse economiche e umane per mantenere queste persone in condizioni ragionevoli” dichiara Juan Manuel Gastelum, il sindaco della città. Il nostro viaggio all'interno del campo rifugiati Benito Juarez lo conferma: intere famiglie con bambini e anziani sono costrette a passare la notte al freddo aspettando un incontro con le autorità oltre il confine.

Riccardo Ferraris

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