Quello di Andrea Bersani, vicesindaco di Bellinzona, è verosimilmente un addio definitivo alla politica. Per dirla con le sue parole: “Sento il bisogno – utilizzando un termine non proprio positivo – di ‘disintossicarmi’ da questa attività. Ho bisogno di fare qualcosa d’altro.”
Storico sindaco di Giubiasco (2004-2017) e già vicepresidente del Partitolo liberale radicale ticinese durante la delicata fase della presidenza Merlini, Bersani ha dedicato metà della sua vita alla politica. Quando lo scorso anno è scoppiata la pandemia di coronavirus, nonostante avesse già annunciato da circa un anno la sua intenzione a non ricandidarsi, la scelta di prolungare la propria esperienza di un ulteriore anno è stata naturale, anche se non scontata: “Inizialmente è stato un po’ disorientante per me, perché mentalmente ero già preparato all’uscita e avevo già in testa tutta una serie di progetti… Accettare mi è però sembrato anche un gesto di ‘dovere istituzionale’, e ora questi 12 mesi supplementari stanno finendo e va quindi bene così.”
A Bellinzona infine le sfide dettate dalla pandemia in questo anno non sono certamente mancate: “Non è sempre stato facile organizzarsi e decidere. Penso, ad esempio, alla campagna vaccinale organizzata in fretta e furia – credo anche bene – o ancora, durante la prima ondata, alla distribuzione dei pasti a domicilio per le persone anziane”. L’impatto maggiore lo si è però sentito sul fronte finanziario: “I prestiti a fondo perso, gli aiuti e tante altre spese hanno avuto un’incidenza importante sui conti pubblici, come l’hanno avuta anche su quelli di Cantone e Confederazione.”