All’indomani della destituzione di Mohamed Morsi, l’Egitto è un paese diviso fra due fazioni in forte contrapposizione: il partito dell’ex presidente, i Fratelli Musulmani, e l’opposizione.
Ma sono le caratteristiche sociali, economiche e demografiche del paese che fanno dell’Egitto un cocktail alla dinamite, e la tensione politica di questi giorni potrebbe essere la scintilla che lo farà esplodere.
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Esercito al potere
Per Andrea Boutros, blogger di Yalla Italia, quanto accaduto in Egitto si può definire “golpe militare”, ma con un forte sostegno popolare: “È in atto un evento mascherato: nel dopo Mubarak c’è stato un momento di transizione guidato dall’esercito, che il popolo non voleva in quanto visto come “emissione” dello stesso ex rais. Adesso, l’esercito è ritornato sfruttando un’occasione favorevole per riprendere il potere”.
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L’Egitto diviso in due
“Abbiamo l’Egitto dei Fratelli Musulmani, che si aggrappa al risultato elettorale, alle scorse elezioni, tutte vinte da loro. E l’opposizione, che si fa prendere dall’entusiasmo senza pensare a quello che è successo veramente: una delegittimazione di fatto del presidente democraticamente eletto”.
Per Boutros, l’opposizione non ha le idee chiare: “nessuno si è impegnato a promuovere un progetto, siamo ancora nella fase della rivoluzione nelle strade, ma questa volta guidata soprattutto da giovani. Io non vedo politici che possano costituire una forza di maggioranza laica e stabile in Egitto”.
L’esercito, un potere assoluto
“Oggi come oggi l’esercito in Egitto è una forza suprema e intoccabile: sono loro a dettare legge. Il generale delle Forza Armate, ad esempio, ieri ha annunciato la libertà di espressione: subito dopo sono stati chiusi tutti i canali video e audio dei Fratelli Musulmani”.
GG
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yalla.MUS
RSI Info 04.07.2013, 17:41