Svizzera

Per un freno ai costi sanitari

Votazioni del 9 giugno e dossier della sanità: i contenuti dell’iniziativa lanciata dal Centro e il confronto di posizioni sul tema

  • 13 maggio, 00:00
  • 16 maggio, 17:21
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Focus sulla seconda iniziativa al vaglio degli elettori per quanto concerne i costi della salute

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Di: ARi

Al dossier della sanità è legata anche una seconda proposta di modifica costituzionale: anch’essa lanciata da un partito di governo, il Centro, e depositata in Cancelleria federale nel 2020. L’iniziativa “Per un freno ai costi” passa ora all’esame del popolo per le prossime votazioni federali.

Anche questa proposta, analogamente a quella lanciata dal PS, punta a ridurre i costi legati ai premi di assicurazione malattia. Tuttavia, a differenza della prima, non propone un tetto massimo per i premi ma formula orientamenti più generali in materia di costi sanitari. Il testo, una volta approvato, obbligherebbe infatti la Confederazione a introdurre un freno ai costi, in modo che questi non risultino nettamente superiori all’aumento dei salari medi e alla crescita dell’economia svizzera. Gli attori del settore, ossia casse malati e fornitori di prestazioni, dovrebbero quindi disporre provvedimenti vincolanti per il contenimento dei costi. Inoltre, se due anni dopo l’accoglimento dell’iniziativa

  • l’aumento dei costi risulterà maggiore di oltre un quinto per rapporto a quello dei salari

  • i partner tariffali non avranno preso misure

Confederazione e Cantoni saranno tenuti a stabilire misure, con effetto dall’anno successivo, per ridurre i costi. Da rilevare che l’iniziativa non definisce né il meccanismo di freno, né le disposizioni che Confederazione e Cantoni dovranno emettere per il contenimento dei costi: tutto ciò dovrà essere disciplinato da norme stabilite dal Parlamento.

Iniziativa per un freno ai costi: il video esplicativo diffuso in vista della votazione

Contro il testo si sono schierati Governo e Parlamento. Un controprogetto indiretto, da essi elaborato, contempla invece le seguenti misure

  • una quota massima, fissata dal Consiglio federale, per l’incremento dei costi

  • l’obbligo, per i vari attori del sistema, di motivare gli aumenti in ogni ambito in modo da assicurare più trasparenza

  • misure correttive quindi, al vaglio dell’Esecutivo o dei Cantoni, nell’eventualità di un superamento degli obiettivi di costo

Anche questa normativa, come quella varata in risposta all’iniziativa del PS, entrerebbe in vigore nel caso di un “no” all’iniziativa e in assenza di un referendum, riuscito, contro la legge.

Gli argomenti degli iniziativisti

Gli aumenti dei premi di cassa malati, sottolineano i promotori del testo, è solo il riflesso della crescita dei costi sanitari. Si rende quindi necessario un freno ai costi nel settore, il cui funzionamento ricalca quello, fissato nella Costituzione e in vigore da oltre 20 anni, del freno all’indebitamento delle casse federali. Quanto alla direzione da intraprendere, gli iniziativisti rammentano che già oggi si potrebbero risparmiare ogni anno nel settore sanitario 6 miliardi di franchi, senza pregiudicare la qualità delle prestazioni.

Il freno ai costi, sostengono, rappresenta quindi la sola via per indurre consapevolezza in un settore, quello sanitario, che è l’unico nel quale gli attori fissano autonomamente prestazioni e prezzi da fatturare. Cantoni, ospedali, medici, assicuratori e imprese farmaceutiche verrebbero quindi tutti obbligati a concordare misure per ridurre i costi, se emergesse una crescita sensibilmente superiore rispetto ai salari.

La posizione di Governo e Parlamento

Per l’Esecutivo e le Camere l’iniziativa mette in rilievo la gravità del problema ma, rapportando l’aumento dei costi al solo andamento delle remunerazioni e dell’economia, propone per affrontarlo una via da percorrere che è troppo rigida. La crescita dei costi sanitari è infatti da ricondurre a più fattori, anche plausibili: dall’invecchiamento della popolazione fino ai progressi della medicina con nuove, e spesso costose, soluzioni terapeutiche. Per affrontare la complessità del problema occorre quindi adottare approcci differenziati.

Con il controprogetto indiretto, invece, si assicurerebbe da parte di tutti gli attori la necessaria trasparenza sui costi, si individuerebbero meglio le strutture inefficienti e verrebbero ridotte le prestazioni non necessarie.

I costi fuori controllo della salute

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