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Svizzera

Trump: “Dazi alti alla Svizzera? Colpa di un deficit da 40 miliardi”

Il presidente USA firma un decreto che porta le tariffe al 39% - Karin Keller-Sutter: “L’importo negoziato era molto più basso” - Berna punta ancora su una soluzione negoziale

  • 31 luglio, 22:30
  • Oggi, 15:42
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Il presidente statunitense ha firmato un decreto che rende operative e addirittura aumenta le tariffe doganali

  • Keystone
Di: Agenzie/Red. RSI Info 

I dazi statunitensi nei confronti della Svizzera ammonteranno al 39% dal 7 agosto, superando perfino il 31% minacciato mesi fa. Lo ha annunciato giovedì sera (venerdì in Svizzera) il presidente Donald Trump, firmando un decreto che rende operative e in parte aumenta le tariffe doganali verso diversi Paesi.

Interpellato dalla stampa prima di partire per il New Jersey, Trump ha motivato la decisione parlando di un presunto deficit commerciale di 40 miliardi di dollari con la Svizzera: “Il problema con la Svizzera è che abbiamo un deficit di 40 miliardi. È enorme”.

Il tycoon ha così confermato quanto già dichiarato dalla presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, secondo cui il presidente degli Stati Uniti considera la Svizzera responsabile di un “furto” commerciale. Nonostante lo shock della decisione annunciata venerdì, Berna continua a puntare una soluzione negoziale.

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Oggi, 19:23

Preoccupazione per le aziende Ticinesi che lavorano con gli Stati Uniti

L’intervista al CEO di un’azienda ticinese e al direttore della Camera di Commercio del Canton Ticino Luca Albertoni.

Oggi, 15:25

Il politologo Hermann: "sbagliata l'attitudine di Keller-Sutter"

Il presidente americano Donald Trump si comporta come un bullo a scuola e a sbagliare sono stati coloro che, come la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, hanno mostrato vicinanza con la nuova amministrazione americana. È la lettura del politologo Michael Hermann all’indomani della notizia dell’imposizione di dazi del 39% sulle merci elvetiche importate dagli Stati Uniti.

“Dal punto di vista di Trump la Svizzera è del tutto irrilevante”, afferma il 53enne in un’intervista pubblicata oggi dall’Aargauer Zeitung. “È un grave errore da parte della Svizzera credere di essere vista dall’esterno grande e importante quanto si considera all’interno. Per Trump conta solo la grandezza, non ha alcun rispetto per i piccoli Stati”.

Secondo il direttore dell’istituto di ricerca Sotomo il presidente americano ignora tutte le regole. “È prepotente e altamente pericoloso: questo dovrebbe ormai essere chiaro a tutti. Grazie al predominio degli Stati Uniti, egli può ottenere il massimo vantaggio, proprio come il bullo nel cortile della scuola. Per i Paesi più piccoli come la Svizzera questo eccessivo sfruttamento della legge del più forte è devastante. Ciò di cui abbiamo bisogno sono equità, stato di diritto e affidabilità”.

Dire che la diplomazia svizzera ha fallito è però troppo semplicistico. “Non si può combattere contro questa arbitrarietà. (...) Errore è stato invece il sopravvalutarsi e l’orientamento completamente sbagliato di Karin Keller-Sutter. Lei vedeva una vicinanza tra la Svizzera e l’attuale governo statunitense. Nutriva simpatia per le critiche mosse all’Europa dal vicepresidente americano J. D. Vance. Considerando questo martello doganale puramente arbitrario e antiliberale, è una beffa”.

Oggi, 12:47

"Svizzera e Stati Uniti ancora in contatto"

La Svizzera era ed è in contatto con le autorità competenti degli Stati Uniti e continua a cercare una soluzione negoziale compatibile sia con l’ordinamento giuridico elvetico, sia con gli obblighi internazionali esistenti: lo ha indicato a Keystone-Ats un portavoce del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca.

Oggi, 12:45

Chi sta peggio di noi: il caso del Brasile

Il Paese maggiormente “castigato” da Donald Trump è il Brasile, colpito da dazi al 50% anche se c’è una lunga lista di prodotti esentati. Gli Stati Uniti rappresentano il 12 % delle esportazioni totali del Brasile, il secondo principale mercato dopo quello cinese. Un brutto colpo soprattutto per la filiera soprattutto alimentare, si pensi a caffè, pesce e frutta. Un colpo che è anche politicamente motivato: Washington ce l’ha con Brasilia per il perseguimento giudiziario dell’ex presidente Jair Bolsonaro, alleato di Trump, e anche perché - come India e Cina - continua ad acquistare petrolio russo.

03:24

RG 12.30 del 02.08.2025 La corrispondenza di Maria Zuppello

RSI Info 02.08.2025, 12:58

Oggi, 12:43

La stangata alla Svizzera sulla stampa

La stangata alla Svizzera ha fatto anche i titoli della stampa estera. Si parla di schock, di una punizione da parte di Trump. In un articolo dal titolo “Il nuovo disordine mondiale”, La Repubblica sottolinea come la ricca Svizzera e la disastrata Siria vengano trattate allo stesso modo. E sul trattamento riservato da Washington alla Confederazione hanno scritto anche grandi testate internazionali.

01:52

RG 12.30 del 02.08.2025 Il servizio di Paola Latorre

RSI Info 02.08.2025, 12:59

Oggi, 12:31

Raul Sahgal: “Deluso, ma non è detta l’ultima parola”

Il direttore della Camera di Commercio Svizzera–USA, Rahul Sahgal, ha dichiarato ai microfoni di RTS di essere “deluso e stupito dal valore dei dazi”, ma ha aggiunto di non aver perso del tutto la speranza: “I dazi non sono ancora in vigore. Resta poco tempo, ma c’è margine per cercare un dialogo con l’amministrazione statunitense, o direttamente con il presidente Trump”.

L’impressione è che la stangata del tycoon sia un modo per far pressione sul settore farmaceutico. Su questo punto, la posizione di Sahgal è chiara: “La Svizzera è un Paese liberale, non possiamo certo dire alle case farmaceutiche quanto far pagare i loro prodotti negli altri Paesi”.

Infine, il direttore invita alla cautela: “Bisogna capire cosa vuole davvero Trump. Serve sangue freddo e unità”.

02:13

RG 12.30 del 02.08.2025 La corrispondenza di Manuele Ferrari

RSI Info 02.08.2025, 13:02

Oggi, 08:24

Trump: “Dazi alti alla Svizzera? Colpa di un deficit da 40 miliardi”

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha spiegato l’introduzione di dazi del 39% nei confronti della Svizzera facendo riferimento a un presunto deficit commerciale di 40 miliardi di dollari tra i due Paesi. Interpellato dalla stampa prima di partire per il New Jersey, ha dichiarato: “Il problema con la Svizzera è che abbiamo un deficit di 40 miliardi. È enorme”.

Trump ha così confermato quanto dichiarato in precedenza dalla presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, secondo cui il presidente americano considera la Svizzera responsabile di un “furto” commerciale ai danni degli Stati Uniti. Secondo Keller-Sutter, la percentuale del 39% imposta da Washington rifletterebbe proprio il valore del deficit: “38,9 miliardi di franchi di deficit, 39% di dazi, è chiaro”.

Ieri, 21:06

Vitta: "Preoccupazione e delusione"

”Certamente c’è preoccupazione ma anche delusione perché fino a poche settimane fa le notizie che arrivavano da Berna erano di fiducia rispetto a una soluzione che doveva andare in contro anche alle esigenze della Svizzera”. Il consigliere di Stato Christian Vitta si esprime sui dazi imposti da Trump e ricorda che per le aziende è sempre attivo lo strumento del lavoro ridotto.

01:29

La reazione di Christian Vitta

Il Quotidiano 01.08.2025, 19:00

Ieri, 19:28

Dazi per la Svizzera, tra errori da non fare e opportunità: l'intervista all'economista Edoardo Beretta

Avere dazi al 39% è qualcosa di assolutamente poco competitivo rispetto alle altre nazioni, ma vanno cercate soluzioni commerciali mantenendo aperto il dialogo con gli USA. A sottolineare questi ed altri aspetti alla trasmissione SEIDISERA è l’economista Edoardo Beretta, professore di macroeconomia internazionale all’Università di Lugano.

Ieri, 17:52

"Trump convinto che la Svizzera gli rubi 40 miliardi"

Karin Keller-Sutter sorpresa dalle tariffe decise dalla Casa Bianca, soprattutto alla luce di quanto era stato discusso. Per Berna sono arbitrarie e la Svizzera non può promettere molto di più di quanto abbia già promesso.

Ieri, 15:23

La Camera di commercio svizzero-americana è delusa

La Camera di commercio svizzero-americana ha espresso il proprio disappunto per i dazi del 39% imposte ai prodotti svizzeri. Un fatto particolarmente deludente alla luce degli “sforzi intensi e costruttivi ai più alti livelli politici e diplomatici”. Il governo svizzero e il settore privato hanno “lavorato fianco a fianco per far sì che la Svizzera rimanesse una piazza economica attraente”, scrive oggi in una nota la Camera di commercio. L’obiettivo era quello di garantire posti di lavoro, investimenti e la base imponibile nazionale, affrontando allo stesso tempo in modo costruttivo le preoccupazioni degli Stati Uniti in materia di commercio internazionale e investimenti. L’aliquota tariffaria proposta dal Presidente degli Stati Uniti è particolarmente svantaggiosa per il settore industriale svizzero, soprattutto per le aziende con bassi margini di profitto. I dazi relativamente più bassi concessi ad altre economie occidentali e la forza del franco svizzero aggravano ulteriormente la sfida per gli esportatori svizzeri. Le ragioni delle tariffe del 39% non sono ancora del tutto chiare, aggiunge la Camera di commercio svizzero-americana. La spiegazione più plausibile è il forte aumento del surplus commerciale della Svizzera con gli Stati Uniti. La Camera di commercio stima un aumento del 56% tra il 2024 e il 2023. Ci sono tuttavia anche motivi per un “cauto ottimismo”. Ieri - ricorda la Camera di commercio - l’amministrazione Trump ha infatti dichiarato di essere aperta a ulteriori colloqui.

Ieri, 13:13

Per Fabio Regazzi "è una mazzata"

Per il futuro il presidente dell’USAM intervistato dalla RSI si dice poco ottimista: “Difficilmente otterremo di meglio del 31% da cui eravamo partiti”

Ieri, 13:12

Economiesuisse auspica che la Svizzera non prenda contromisure immediate

Marco Martino, responsabile per la Svizzera italiana, intervistato dal Radiogiornale considera che solo l’esclusione dalle tariffe dei prodotti farmaceutici costituirebbe una buona notizia.

Ieri, 11:35

Swissmem: "A rischio decine di migliaia di posti di lavoro"

Uno shock che sottopone la Svizzera a un’enorme pressione come Paese esportatore: è la reazione di Swissmem, l’associazione del comparto metalmeccanico ed elettrotecnico elvetico, ai dazi del 39% annunciati dagli Stati Uniti. “È in pericolo il benessere di tutti”, sostiene l’organizzazione.

“Sono esterrefatto”, afferma Stefan Brupbacher, direttore di Swissmem, citato in un comunicato. “Queste tariffe non hanno alcuna base razionale e sono arbitrarie. La decisione mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro nel settore”. Non è però solo l’industria tecnologica a risentirne, ma anche tutti gli altri rami orientati all’export. “Insieme essi costituiscono il pilastro centrale della prosperità svizzera”, viene argomentato.

Ieri, 11:14

KOF: “Possibile calo dell’1% del PIL”

L’introduzione di dazi del 39% sulle importazioni svizzere negli Stati Uniti rischia di colpire duramente l’economia elvetica, hanno avvertito venerdì gli esperti del KOF, il Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo, che non escludono nemmeno una recessione.

Se applicati dal 7 agosto, l’impatto sul PIL svizzero sarebbe tra lo 0,3% e lo 0,6%, con un costo medio di 300 franchi per abitante.

I settori più colpiti sarebbero orologeria, strumenti di precisione e macchine utensili. La presenza limitata di aziende sul mercato americano potrebbero dover ridurre o interrompere le esportazioni.

L’effetto sull’industria farmaceutica è ancora incerto. Se anche questo settore venisse colpito, il PIL potrebbe calare dello 0,7%, con una perdita media di potere d’acquisto di 700 franchi pro capite all’anno. Nel peggiore dei casi, il calo del PIL potrebbe raggiungere l’1% e non si escluderebbe una recessione.

Ieri, 10:31

Delusione canadese

Il primo ministro canadese Mark Carney ha dichiarato oggi che Ottawa è “delusa” dalla decisione di Washington di aumentare al 35% i dazi doganali sui prodotti del paese non coperti da un accordo commerciale preesistente.

Per salvaguardare settori come quello del legno, dell’acciaio, dell’alluminio e dell’auto - non compresi nell’accordo di libero scambio trilaterale con il Messico e gli Stati Uniti - “il governo canadese agirà per proteggere i posti di lavoro canadesi, investire nella nostra competitività industriale, acquistare prodotti canadesi e diversificare i nostri mercati di esportazione”, ha spiegato Carney in un comunicato.

Ieri, 10:29

Partiti svizzeri uniti nelle critiche, ma divisi sulle soluzioni

I partiti svizzeri condannano all’unanimità i dazi, ma sono divisi sulle contromisure.

Il PLR parla di “catastrofe” e chiede al Consiglio federale interventi rapidi per sostenere la competitività delle imprese. L’UDC propone invece una drastica riduzione degli oneri economici e rifiuta qualsiasi avvicinamento all’UE, definendolo “la cosa più stupida” da fare.

PS e Verdi, al contrario, vedono nei dazi una conferma della necessità di rafforzare la cooperazione con l’Unione europea, per evitare che la Svizzera si isoli sulla scena internazionale.

Ieri, 08:19

Economiesuisse: “I dazi USA minacciano l’economia svizzera”

Per Economiesuisse, i dazi USA del 39% rappresentano una seria minaccia per le esportazioni svizzere. Il Consiglio federale deve agire rapidamente per ottenere una riduzione e trovare una soluzione vantaggiosa al conflitto commerciale con Washington.

L’associazione chiede anche di rafforzare l’attrattività della piazza economica svizzera e di alleggerire la pressione sulle imprese, evitando regolamentazioni e costi aggiuntivi.

Economiesuisse definisce i dazi ingiustificati: la Svizzera non ostacola l’importazione di prodotti statunitensi, è il sesto investitore estero negli Stati Uniti e le sue aziende danno lavoro a circa 400’000 persone.

Ieri, 07:21

Swissmechanic invita il governo ad agire con decisione

Swissmechanic chiede al governo di intervenire con misure decise dopo l’annuncio, da parte degli Stati Uniti, di una nuova aliquota tariffaria del 39%. L’associazione segnala i rischi a lungo termine per le piccole e medie imprese svizzere, definendo la decisione americana una violazione dei principi del commercio equo.

Ieri, 06:12

Il Consiglio federale prende atto "con grande rammarico"

Secondo il Dipartimento delle Finanze, il Consiglio federale ha preso atto “con grande rammarico” dei dazi aggiuntivi annunciati dagli Stati Uniti. La Svizzera continua a perseguire una soluzione negoziata con gli Stati Uniti, come ha comunicato il portavoce del Dipartimento.

Il dazio aggiuntivo del 39% menzionato dal presidente degli Stati Uniti si discosta “significativamente” dalla bozza di una dichiarazione d’intenti congiunta, ha scritto venerdì mattina Pascal Hollenstein, responsabile della comunicazione del Dipartimento federale delle finanze, in risposta a una richiesta dell’agenzia di stampa Keystone-SDA.

Ieri, 06:02

Tariffe in aumento anche per il Canada

Il Canada è stato oggetto giovedì di un decreto separato, che aumenta i dazi doganali sui suoi prodotti importati negli Stati Uniti dal 25% al 35% a partire dal 1° agosto.

Questo aumento riguarda unicamente i prodotti che non transitano nell’ambito dell’accordo di libero scambio nordamericano (USMCA).

“Il Canada non è stato in grado di cooperare per ridurre il flusso di fentanyl e altre droghe” che entrano negli Stati Uniti, secondo la Casa Bianca, che rimprovera anche a Ottawa di aver “preso misure di rappresaglia contro gli Stati Uniti”.

Ieri, 05:48

Negoziazioni in corso con altri paesi

Per quanto riguarda la lista ora pubblicata - in cui figura la Svizzera - Trump indica che “alcuni paesi” hanno concluso o sono in procinto di concludere un accordo commerciale o di sicurezza con gli Stati Uniti. Non era immediatamente chiaro se la Svizzera facesse parte di questi paesi. Per questi, i dazi doganali fissati nel decreto restano applicabili fino alla conclusione di tale accordo, “o fino a quando non emetterò ulteriori ordini che specifichino le condizioni di questi accordi.”

Non è ancora noto se la Svizzera possa e desideri proseguire i negoziati con gli Stati Uniti. Karin Keller-Sutter aveva tuttavia dichiarato mercoledì alla SRF che “di regola, la decisione finale non è mai completamente definitiva. Si può sempre continuare a negoziare.”

Ieri, 05:47

“Minaccia insolita ed eccezionale”

Nel decreto, Trump definisce le conseguenze di questo deficit commerciale come una “minaccia insolita ed eccezionale per la sicurezza nazionale e l’economia degli Stati Uniti”. È per questo motivo che ad aprile ha iniziato a imporre dazi doganali supplementari sulle importazioni. Alla Svizzera era stata allora applicata un’aliquota del 31%.

Alcuni giorni dopo questo annuncio, aveva abbassato le aliquote per molti paesi al 10% e concesso un periodo di negoziazione di 90 giorni, fino al 1° agosto, per trovare proposte che permettessero di compensare i deficit commerciali.

Ieri, 05:46

Sovrattasse effettive dal 7 agosto

Le nuove sovrattasse imposte sui prodotti provenienti da decine di partner commerciali degli Stati Uniti inizieranno ad essere riscosse il 7 agosto, sette giorni dopo la data inizialmente annunciata, ha dichiarato giovedì un alto funzionario americano.

Questo ritardo di sette giorni prima dell’entrata in vigore effettiva è previsto per consentire alle dogane di organizzarsi, secondo l’agenzia AFP.

Ieri, 05:45

La Svizzera è il Paese europeo più duramente tassato

I nuovi dazi doganali variano dal 10% al 41%, con i più elevati riguardanti la Siria. Con il 39%, la Svizzera è il paese europeo più duramente tassato davanti alla Serbia (35%), mentre all’Unione Europea, come al Liechtenstein, al Giappone o alla Corea del Sud, viene applicata una sovrattassa del 15%.

Ieri, 05:44

Aumento dei dazi per decine di Paesi

Il decreto firmato da Trump impone un aumento dei dazi doganali per decine di paesi nel mondo, con cui gli Stati Uniti ritengono di avere un deficit commerciale più o meno marcato.

In un documento pubblicato sul suo sito web, la Casa Bianca parla di una misura che mira a “ristrutturare il commercio mondiale a beneficio dei lavoratori americani”.

Ieri, 05:31

+++ Trump aumenta i dazi contro la Svizzera, al 39% +++

Donald Trump ha modificato le percentuali di alcuni dazi rispetto all’annuncio del 2 aprile. Da oggi la Svizzera sarà colpita da una tariffa del 39%, più alta rispetto a quella minacciata mesi fa.

31 luglio, 23:49

La previsione: "PIL giù dello 0,2% con un aliquota del 31%"

Se entrerà in vigore la tariffa del 31% inizialmente annunciata, l’economia svizzera teme il peggio. Secondo una stima dell’Istituto KOF, il centro di ricerca economica affiliato al Politecnico di Zurigo, l’introduzione di questo dazio comporterebbe una perdita annua dello 0,2% del Prodotto interno lordo svizzero. L’industria orologiera, quella farmaceutica, la meccanica di precisione e l’industria alimentare sarebbero le più colpite.

31 luglio, 23:44

Bessent: "Senza accordo si torna alle aliquote annunciate"

Ci sono speranze per la Svizzera di evitare l’aggravio del 31% annunciato, e poi congelato, da Trump? Oggi, prima che si venisse a sapere della mancata intesa, il segretario al Tesoro americano Scott Bessent aveva affermato che i paesi senza accordo saranno gravati delle aliquote annunciate il 2 aprile scorso.

01:08

Notiziario delle 23.00 del 31.07.25, il servizio di Gian Paolo Driussi

RSI Info 31.07.2025, 23:31

31 luglio, 22:44

E ora? "Non sappiamo che dazi saranno applicati alla Svizzera"

“Non sappiamo ancora quali dazi doganali si applicano alla Svizzera”, ha dichiarato in serata a Keystone-ATS un portavoce del Dipartimento delle Finanze. La questione è stata lasciata aperta da parte statunitense, ha aggiunto.

Gli effetti concreti del fallimento dei colloqui sui dazi statunitensi sui prodotti svizzeri restano per il momento sconosciuti. Nelle ultime settimane, la Svizzera aveva cercato di ottenere un’eccezione alle misure previste dagli Stati Uniti.

In primavera, il presidente Trump aveva annunciato una tassazione del 31% sulle esportazioni di beni svizzeri negli Stati Uniti. In seguito ha sospeso la sua decisione e ha deciso una tassa di base del 10%. Per quanto riguarda l’Unione Europea, domenica il Presidente Trump ha accettato una tassa del 15%.


31 luglio, 22:41

“Svizzera e USA non hanno trovato un accordo”