Ticino e Grigioni

Dal contatto diretto col paziente alla guida dell’ufficio cantonale

A 150 giorni dal passaggio di consegne, la neo-farmacista cantonale racconta sfide e opportunità del suo incarico

  • Un'ora fa
Dalle corsie d'ospedale all'amministrazione cantonale, il percorso di di Francesca Bortoli
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A tu per tu con la farmacista cantonale ticinese

SEIDISERA 27.11.2025, 18:00

Di: SEIDISERA-Christian Gilardoni/sdr 

Sono trascorsi 150 giorni da quando Francesca Bortoli ha raccolto il testimone da Giovan Maria Zanini, assumendo il ruolo di farmacista cantonale. Una delle posizioni, questa, più esposte dell’amministrazione cantonale. Zanini è un nome che risuona nelle stanze del cantone da oltre tre decenni, ventuno anni come farmacista cantonale, trentasette al complessivi servizio del Cantone.

Bortoli non nasconde il rispetto per questa presenza. “Il mio predecessore ha fatto davvero tanto per questo cantone e gliene sono tutti sicuramente grati, quindi grande responsabilità,” spiega a SEIDISERA. “Prendere in mano le redini dopo così tanto tempo che ha gestito qualcun altro questo ufficio, tra l’altro in maniera esemplare, sicuramente è una grande sfida.”

Ma la sfida non si ferma qui, perché si trova a confrontarsi con una moltitudine di interlocutori. “Sfida, per quanto riguarda me personalmente - dice - è stata dover conoscere tutti i vari interlocutori che sono davvero tanti se si pensa che il farmacista cantonale è una figura di riferimento davvero per tantissime persone: dal singolo cittadino alla farmacia, fino all’associazione dei farmacisti cantonali e oltre, a livello di Confederazione. Questa sicuramente nei primi giorni è una grande sfida, conoscere tutti e cercare di esserci per tutti e cercare di capire la realtà di ognuno”.

Il passaggio dalla Svizzera interna al sud delle Alpi ha portato con sé un cambiamento radicale nella sua quotidianità lavorativa. “La realtà è completamente diversa - confessa -. Nel senso che non lavoro più in ambito di una farmacia ospedaliera, non sono più presente vicino al letto del paziente. Perché mi occupavo proprio di farmacia clinica, quindi andavo proprio in visita con i medici e gli infermieri dai pazienti in ospedale. Adesso mi occupo della collettività, quindi di gestire le cose su una scala molto più grande.”

Una sfida, certo, ma anche un’opportunità, come racconta lei stessa, perché il suo bagaglio di esperienze è ricco e variegato. “Tutte le esperienze lavorative che ho avuto fino a qui mi servono nel lavoro di oggi. C’è quella che serve di più, quella che serve di meno, ma tutte hanno avuto un impatto e mi portano un valore aggiunto a quello che è l’oggi.” Dal bancone di una farmacia zurighese alle corsie di un ospedale, dalla gestione degli stock farmaceutici alla farmacia clinica, fino alla cattedra del Politecnico federale di Zurigo. Un percorso che l’ha portata a confrontarsi con le molteplici sfaccettature del mondo farmaceutico.

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Insieme negli studi, insieme in pensione

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