A Romolo Nottaris, tra i più noti alpinisti ticinesi, è bastato alzare gli occhi e vedere gli elicotteri volare nei cieli della Valle Bedretto, domenica, per capire che era accaduto qualcosa di gravissimo in montagna. Quando è successa la tragedia, lui era lì. Poco distante. "Fa sempre un male incredibile", ha detto ai microfoni della RSI.
L’esperto, oggi settantenne, chiede però comprensione per gli incidenti che accadono in quota. "È facile per i profani dire 'sono andati a cercarsela'. Ma questo non è assolutamente vero. Quello che dà la natura in montagna per tanti giovani può essere una ricerca che compensa il rischio", spiega.
Sono nove le persone che hanno perso la vita sulle vette del canton Ticino da inizio anno. "Oggi spesso e volentieri si trovano sulle pareti alpinisti improvvisati. Arrampicare all’interno è diverso dal farlo all’esterno", dice Nottaris, che tuttora effettua spedizioni e produce documentari in regioni come la Patagonia e l’Antartide.