Ticino e Grigioni

Settore bancario ticinese e svizzero in salute

Si è tenuta lunedì a Vezia l’assemblea dell’Associazione bancaria ticinese - Petruzzella: “buoni i risultati delle banche, ma alcune regole fanno venire il mal di pancia”

  • Ieri, 19:14
04:31

L'Associazione bancaria ticinese riunita in assemblea

SEIDISERA 16.06.2025, 18:00

  • Ti-Press
Di: SEIDISERA - Christian Gilardoni/ M.Mar. 

L’assemblea dell’Associazione bancaria ticinese è in calendario oggi, lunedì, a Vezia. Alberto Petruzzella, il suo presidente, ha parlato a SEIDISERA dello stato di salute del settore e delle maggiori preoccupazioni che lo affliggono.

Secondo Petruzzella, lo stato di salute del settore bancario in Ticino ed in Svizzera “è buono”. “Da alcuni anni ormai, le banche ottengono buoni risultati, anche a livello occupazionale” ha detto il presidente, ricordando che “da un paio di anni ci siamo stabilizzati intorno ai 5’500 dipendenti e quest’anno addirittura un qualcuno in più”. Nonostante ciò, bisognerà “aspettare di vedere come terminerà l’esercizio UBS-Credit Suisse per fare i conti definitivi”.

Il settore sembra quindi stia passando un momento florido, malgrado ciò si continua a parlare di ridimensionamenti, licenziamenti e fusioni. Questo non spaventa però Alberto Petruzzella, il quale ricorda che “siamo un settore che occupa circa il 3,6% del personale in Svizzera, ma porta il 5,5% del PIL e il 12% delle tasse”, ma si parla delle banche “quando c’è qualcosa che va storto, e ogni tanto c’è qualcosa che va storto”.

Dopo il caso Crédit Suisse, il Governo ha presentato una trentina di regole, che devono ancora passare al vaglio del Parlamento, e che potrebbero creare dei mal di pancia alle banche: “Sì, danno più di un mal di pancia”, afferma Petruzzella. Queste regole “sulla carta sono fatte per le banche sistemiche, che sono le quattro banche più grandi in Svizzera”, ma “si applicano a tutte e 230 le banche: piccole, medie, regionali e cantonali”. Per questo motivo “Di tutte queste regole non si sentiva né la necessità, né il bisogno”, ha continuato Petruzzella, sottolineando che queste regole sono “soltanto burocrazia e costi. Ricordo che alla fine finiscono sempre sulle spalle dei clienti”.

L’intervento del presidente è stato incentrato sui fondi propri e sulla vigilanza. Nel caso Crédit Suisse si è vista una FINMA troppo debole contro i grandi istituti. “In realtà la FINMA aveva il potere necessario per intervenire”, ha rimarcato Petruzzella, però “non è intervenuta. Lo abbiamo visto sui fondi propri”. Altre banche rispettavano le norme sui fondi propri, mentre “Crédit Suisse non lo faceva, con la compiacenza di FINMA”. In questo quadro quindi “qualche regola nuova è sensata”, ma “sembra che la FINMA abbia preso l’occasione per mettere in un grande cesto un po’ tutta la sua lista dei desideri”.

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