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Estival Jazz 2023

Estival Jazz torna anche quest’anno, grazie alla nuova collaborazione con la città di Lugano, con due serate - venerdì 7 e sabato 8 luglio - che animeranno Piazza della Riforma con numerosi artisti di fama internazionale. Lucia Bentoglio ne ha parlato con il fondatore del festival Jacky Marti

  • 07.07.2023, 15:48
  • 14.09.2023, 09:02
Estival Jazz - Jacky Marti
  • TiPress
Di: Lucia Bentoglio 

Ci racconta come è nato il festival?


Estival Jazz è nato come festa estiva di musica, è per questo che si chiama Estival e non festival, cosa che per anni pochi avevano capito. Ricordo un turista americano che mi aveva fermato un pomeriggio e mi aveva detto: "Bellissima questa festa, ma guardate sul palco, avete dimenticato la lettera F". La caratteristica di Estival è da sempre la musica di qualità, gratuita con accesso libero alla piazza. Quindi in pratica promuovere la musica. Non organizziamo concerti per far soldi, ma per regalare grande musica ed emozioni alla gente. È vero i soldi ci vogliono, perché gli artisti non suonano gratis. Per questo da sempre il finanziamento di Estival è un connubio tra pubblico e privato. Ed è così anche quest'anno. Dopo due anni di difficoltà dovute alla pandemia, Estival è, diciamo, rinato, questa volta con la città di Lugano che si è assunta la responsabilità organizzativa e finanziaria. Altra caratteristica particolare del festival è il fatto che non è monotematico: c’è si musica di qualità nel campo del jazz ma c’è anche rock, afroamericano, blues e anche la World. C'è grande differenza tra un concerto realizzato in una sala a pagamento dove il pubblico viene per ascoltare quel tipo di musica, magari di nicchia, e il pubblico della piazza. In piazza noi dobbiamo cercare di raggiungere un largo pubblico e quindi non siamo mai troppo settoriali. Quest'anno, per esempio, abbiamo il jazz di Stanley Clarke e Mark Lettieri, la World Music di Sean Kuti e di Gilberto Gil. Poi c’è il pop, che forse non è una descrizione pienamente giusta, di Ben Harper. Proposte diversificate questo è Estival.

Quali sono le principali sfide organizzative che state vivendo in questo momento?

L’anno scorso abbiamo ripreso con una serata, quest’anno ne proponiamo due nella speranza di poter ritornare ai fasti passati e magari l'anno prossimo averne tre. Adesso il vero problema è trovare sponsor privati perché sì, la città si è assunta questa responsabilità ma evidentemente ci vogliono anche dei finanziamenti privati. Questo è molto più difficile oggi rispetto a qualche tempo fa, perché la situazione è complicata per tutti ma non è impossibile perché Estival è, come pensano un po' tutti, un fiore all'occhiello che bisogna assolutamente salvaguardare.

Come avete selezionato gli artisti che si esibiranno in questa edizione?


È sempre un mix tra gli artisti che vorresti avere e gli artisti che sono disponibili in quel momento, cercando di variare il più possibile il programma. È sempre più difficile far venire qualcuno appositamente dall'America e quindi si cerca di sfruttare i tour. Faccio l'esempio di Gilberto Gil, che anche se è già venuto due volte, lo volevo da alcuni anni con il suo nuovo progetto realizzato insieme alla sua famiglia. In questo caso abbiamo sfruttato il fatto che viene in Svizzera per due concerti: venerdì si esibisce a Montreux, mentre sabato a Lugano. Di solito si cerca sempre un grande nome al centro delle serate, un gruppo più jazz all’inizio e per il finale un gruppo più da festa.

Ci sono secondo lei dei momenti particolari o degli artisti da tenere d’occhio quest’anno?


Questa è una domanda alla quale è difficile rispondere perché dipende dai gusti personali e da quello che vuole il pubblico. È certo che il pubblico domani sera arriva, anche da molto lontano, per Ben Harper. In nessun altro posto lo si può vedere gratuitamente. Ed è certo che sabato arriveranno per Stanley Clarke e soprattutto per Gilberto. Però ci sono anche le scoperte da tener d'occhio. Per esempio, sabato sera ci sarà Mark Lettieri che forse il grande pubblico non conosce. Qualche anno fa ho fatto venire un gruppo giovane, si chiamavano Snarky Puppy (
ndr: nel 2014). Adesso sono all'apice di tutte le classifiche e hanno vinto cinque Grammy. Il loro chitarrista, che è fantastico, sarà il protagonista del secondo concerto di sabato. Ecco, penso che questa sia una chicca che il pubblico potrà scoprire.

Quali sono gli aspetti unici che caratterizzano questo festival anche rispetto ad altri festival di musica che si svolgono in questi giorni in Svizzera ed in Ticino?

Uno soprattutto è la gratuità. Neanche gli artisti spesso ci credono e ci chiedono come facciamo a farli suonare senza far pagare il pubblico. Questa è la principale caratteristica. Secondo, ovviamente la diversificazione dei generi e terzo che si cercano le cose di qualità e non gli artisti che sono semplicemente di moda o lanciati dai social ma insomma una musica che abbia spessore con musicisti che abbiano veramente qualcosa da offrire.

Quest’anno la grande novità è la collaborazione con la città di Lugano. Oltre a questo, ci sono altri cambiamenti per questa edizione?

Questo è il principale cambiamento mentre il secondo è che la coppia collaudata che da cinquant'anni organizza concerti si è un po’ disciolta. Io ho sempre lavorato con Andreas Wyden, che ha deciso di lasciare. Adesso questi compiti organizzativi vengono affidati alla città. Io mi occupo della parte artistica accompagnato da Filippo Corbella che è responsabile della programmazione musicale della divisione eventi della città di Lugano. Lo staff è un po’ cambiato ma si è cercato di assicurare una certa continuità. Poi magari con gli anni si otterranno cambiamenti anche più radicali ma per il momento si continua su una formula collaudata nel corso del tempo.

Parlando del futuro, ci sono già dei progetti per la prossima edizione?

No, dei piani precisi non ci sono ancora. Questo è il primo anno con la città poi penso che ci siederemo a tavolino e sarà la città ad avere l'ultima parola. Posso dire la mia speranza, che è quella di poter tornare a crescere. Quello che è sicuro è che dovremo probabilmente spostare un po’ le date e avanzare di una settimana per evitare la concomitanza con le fasi finali dei Campionati europei di calcio, alle quali la Svizzera si spera parteciperà. Ma anche questa non è una novità. Ci siamo già confrontati in passato con questo problema.

E per concludere come descriverebbe Estival Jazz in una frase?


Grande musica. Grandi emozioni. Il tutto nella magia di piazza della Riforma, il salotto di Lugano che ci ospita da 43 anni.


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