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COP26, c’è ancora tanto da fare

Le reazioni all’indomani dell’accordo raggiunto in extremis e che delude molti. Ma c’è anche chi è più ottimista, come Johnson e Von der Leyen

  • 14 novembre 2021, 14:37
  • 10 giugno 2023, 15:56

RG 12.30 del 14.11.2021 - Il servizio di Andrea Ostinelli

RSI New Articles 14.11.2021, 14:36

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Di: RG-Ostinelli/ATS/dielle

Si è conclusa ieri sera, con un oltre giorno di ritardo, la COP26. A Glasgow, i negoziati della Conferenza ONU sul clima sono continuati in maniera convulsa fino all'ultimo. In particolare per la resistenza dell'India ad accettare l'abbandono delle energie fossili. Abbandono che è riuscita a diluire in una "progressiva riduzione". Anche la Cina ha sostenuto la posizione indiana, e alla fine il presidente britannico della conferenza Alok Sharma ha dovuto cedere.

E all’indomani dell’accordo non sono mancate le reazioni: tra le prime di peso – già riportata ieri sera (vedi correlati) – c’è sicuramente quella del Segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, che laconicamente ha rilevato come “sfortunatamente la volontà politica collettiva non è stata sufficiente per superare contraddizioni profonde.”

Più positivo da parte sua “l’oste” della conferenza climatica, il premier britannico Boris Johnson: “Resta ancora moltissimo da fare negli anni a venire, ma è stato fatto un grande passo avanti: abbiamo il primo accordo mai concluso per ridurre l'impiego del carbone e un piano per limitare il riscaldamento climatico a 1,5 gradi”.

RG 12.30 del 14.11.2021 - L'analisi del professore di economia politica Marzio Galeotti

RSI Mondo 14.11.2021, 13:21

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Sulla stessa scia la ministra tedesca dell'ambiente Svenja Schulze, che ha parlato di “momento davvero storico”, ricordando che “l’eliminazione progressiva del carbone è adesso avviata in tutto il mondo ed è emerso un nuovo modello economico”. Anche lei, però, avrebbe preferito un impegno più chiaro rispetto all'abbandono del carbone.

Per Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea “La Cop26 ha mantenuto in vita l'accordo di Parigi, dandoci la chance di limitare il riscaldamento mondiale a 1,5°C”.

Ma le reazioni sono lungi dall'essere entusiaste, in particolare fra i Paesi in via di sviluppo e quelli più vulnerabili rispetto al cambiamento climatico: “Penso che il punto della questione sia che 1,5 gradi è sempre stata una linea rossa per noi, paesi costieri e stati insulari - ha infatti sottolineato il delegato delle isole Fiji. Esprimiamo il nostro stupore, la nostra immensa delusione... Non c'è alcuna convergenza... In effetti non sappiamo come inciderà sulla nostra capacità di raggiungere l'obiettivo 1,5 gradi, la scelta di permettere una riduzione progressiva nell'uso del carbone; una scelta che in realtà non ha misure dimostrabili, né nessuna metodologia".

Sul fronte ambientalista Greenpeace e Wwf commentano l'accordo dicendo che è debole e manca di coraggio, ma va comunque nella giusta direzione. Greta Thunberg è invece tagliente: "Solo bla bla bla, il lavoro vero comincia fuori da quelle stanze".

Da parte sua Papa Franceso ha rinnovato oggi il suo appello ad "agire subito" contro il cambiamento climatico: "Il grido dei poveri, unito al grido della terra, è risuonato nei giorni scorsi al vertice delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, Cop26, a Glasgow. Incoraggio quanti hanno responsabilità politiche ed economiche - ha detto Papa Francesco all'Angelus - ad agire subito con coraggio e lungimiranza. Al tempo stesso invito tutte le persone di buona volontà ad esercitare la cittadinanza attiva per la cura della casa comune".

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