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Le armi cinesi che fanno paura agli Stati Uniti

Le forze armate di Pechino si sono modernizzate negli ultimi anni, tanto da impensierire Washington in caso di attacco a Taiwan

  • 6 agosto 2022, 23:07
  • 23 giugno 2023, 22:03

Taiwan, per l'esperto Cina nella zona superiore agli USA

Telegiornale 06.08.2022, 22:00

Di: Mattia Pacella

Sono continuate per il terzo giorno consecutivo le esercitazioni militari cinesi attorno a Taiwan. Stando alle autorità taiwanesi la Cina avrebbe simulato un vero e proprio attacco all’isola. Cresce dunque la tensione con gli Stati Uniti che in caso di invasione potrebbero intervenire a difesa di Taiwan. E sul campo come sono messe le forze armate dei due schieramenti?

Un esercito moderno

Da parte sua il Governo cinese, negli ultimi anni ha molto modernizzato il suo esercito. Per Mauro Gilli, esperto che già nell’aprile scorso ha pubblicato un’analisi su questo tema, "la Cina negli ultimi due decenni ha fatto passi da gigante, in tutti i settori: da quello aerospaziale, a quello navale e sottomarino, sino a quello cibernetico. La minaccia cinese, dunque, da un punto di vista militare è estremamente credibile”.

I missili, vera spada di Damocle

Ci sono poi armi che fanno maggiormente paura agli Stati Uniti. “Tra le tante sicuramente è il settore dei missili a impensierire di più - spiega Gilli-. Sia per la tecnologia che per le riserve che ha accumulato in questi anni. Parliamo di missili balistici e anche da crociera. Fanno paura perché potrebbero mettere in discussione la capacità delle forze aeree americane di intervenire prontamente in difesa di Taiwan qualora dovesse scoppiare la guerra. Questo perché le forze aeree americane partirebbero dalle portaerei nell’Oceano Pacifico, oppure dalle base statunitensi a Guam e Okinawa. I missili che ha la Cina però possono colpire questi bersagli danneggiandoli o distruggendoli. Oppure obbligherebbero le portaerei a operare a distanza tale da limitare la capacità dei caccia statunitensi".

“La Cina nella zona Indopacifica è superiore”

"Se consideriamo la geografia sicuramente la Cina ha un vantaggio - specifica Gilli -. Gli Stati Uniti, per quanto riguarda le tecnologie avanzate, come ad esempio i caccia, i bombardieri, i sottomarini di attacco o con missili balistici sono avanti. Però la Cina ha un vantaggio, ossia la vicinanza all’isola di Taiwan, con lo stretto che ha un'ampiezza massima di 180 chilometri circa. Questa vicinanza si contrappone quindi alla grande distanza delle forze americane. Ciò vuol dire che sia da un punto di vista operativo che logistico il vantaggio è chiaramente da parte della Cina".

Il killer di portaerei

Difficile avere dettagli precisi degli armamenti. Stando a un report del Center for a New American Security, la Cina attualmente schiera circa 1'200 missili balistici a corto raggio armati convenzionalmente (SRBM, 300-1'000 km di gittata), da 200 a 300 missili balistici convenzionali a medio raggio (MRBM, da 1'000 a 3'000 km), un numero indeterminato di missili balistici convenzionali a raggio intermedio (IRBM, 3'000-5'500 km) e 200-300 missili da crociera lanciati a terra (GLCM, 1'500+ km). Ad impensierire però maggiormente sono i cosiddetti Dongfeng 21D (D-F 21D), i cosiddetti “Carrier Killer”, missili balistici ipersonici a capacità nucleare anti nave, in grado di colpire a grandi distanze basi e portaerei. Preoccupano anche i Dongfeng-17 (o DF-17), nuovi missili che sarebbero stati lanciati per la prima volta dalla Cina al largo di Taiwan in questi giorni. Rientrano nella categoria degli HGV, (Hypersonic glide vehicles) sistema d’arma manovrabile, difficilmente intercettabile, in grado di bucare i sistemi anti-missilistici ad oggi esistenti, compresi quelli americani.

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