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Aeroporto e futuro

Lugano rischia la chiusura dello scalo mentre Bergamo e Sion, con piste di atterraggio più lunghe, puntano su compagnie low cost, jet privati e turismo. Due modelli a confronto

  • 18 ottobre 2019, 07:48
  • 9 giugno 2023, 16:50

Aeroporti, modelli diversi a confronto

RSI/Massimiliano Angeli 18.10.2019, 07:30

Di: Massimiliano Angeli

Il recente fallimento della compagnia slovena Adria Airways, che garantiva i voli sull'asse Lugano-Zurigo per conto di Swiss, è solo l'ultimo colpo subito da Lugano Airport, il cui futuro rimane incerto. Mentre la politica s'interroga sulle possibilità di rilancio (vedi lo studio commissionato all'Università di San Gallo, inserito nel messaggio municipale del 23 maggio 2019 n.d.r.) o addirittura sull'eventuale chiusura dello scalo di Agno (il numero dei passeggeri è sceso dai 177'000 del 2016 ai 97'000 del 2018), la RSI ha messo a confronto due modelli di grandezza diversa: l’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio (13 milioni di passeggeri l'anno) e quello di Sion (40'000 viaggiatori all'anno, con l'obbiettivo di raggiungere il break even point - tra 5/10 anni - con 200'000 passeggeri). Bergamo e Sion, a dispetto delle diverse dimensioni e dell'ammontare degli investimenti, hanno un punto in comune: dispongono di piste sufficientemente lunghe (rispettivamente 2,8 e 2 km) per far atterrare aerei con capienza di 150/200 persone.

Dal colloquio con Emilio Bellingardi, vicepresidente Assoaeroporti e direttore generale SACBO (società che gestisce l'aeroporto di Bergamo) e dall'intervista con Christian Bitschnau, responsabile dello scalo di Sion, emerge che piste più lunghe (in grado di accogliere i grandi aerei) e sistemi di ausilio alla navigazione aerea (per atterraggi anche in condizioni di scarsa visibilità), rimangono conditio sine qua non per raggiungere i numeri che consentono il pareggio di bilancio. Oggi però, spiegano gli esperti, occorre puntare, tra l'altro, anche sui jet privati, il rilancio turistico, l'intermodalità ferroviaria e la deroga al divieto di cabotaggio. "Senza dimenticare - sottolinea Bitschnau - che si possono trovare migliori opportunità per tutti quando gli aeroporti regionali lavorano insieme". Perché, si sa, l'unione fa la forza e da soli non si vola lontano.

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