Berlino-Damasco, la stessa storia
Trent'anni fa, come oggi, cadeva il muro di Berlino, ma - come spiega Nafee Kurdi ai turisti che accompagna - sono sorti altri muri
Nafee Kurdi è uno dei tanti siriani fuggiti dalla loro patria a causa della guerra.
Come tanti altri, è giunto in Germania – la mèta più ambita – passando per la Turchia, attraversando l’Egeo e sbarcando sulle isole greche, raggiungendo Atene e risalendo, da qui, lungo la rotta balcanica.
A Berlino ha ripreso gli studi universitari, e per mantenersi lavora come guida turistica per conto dell’organizzazione Querstadtein, che organizza tour alternativi in città. Il suo si svolge lungo il perimetro del Muro, e traccia un parallelo tra la storia della Berlino divisa e quella attuale della Siria, includendo la sua vicenda di profugo siriano. Una prospettiva particolare, con cui si costruisce un confronto – non banale, non forzato – tra la grande barriera tedesco-europea, caduta, come oggi, trent’anni fa, e il dramma che la Siria sta ancora vivendo.
Si parte del checkpoint Charlie. Lungo il percorso, ci si ferma davanti a un centro accoglienza per rifugiati e davanti al Memoriale dell’Olocausto, per una riflessione tra crimini di ieri e di oggi. L’ultima tappa è la Porta di Brandeburgo. “La prima cosa che ho visto quando sono giunto a Berlino. In quel momento ho avuto l’impressione che mi si stesse offrendo la libertà”, ci confida Nafee.