Biden, Brexit, Ceneri e altro ancora
Un primo sguardo retrospettivo al 2020 che si conclude, dalla realtà locale a quella mondiale
Iniziato con l'abbattimento per errore di un aereo ucraino nei cieli iraniani, l'8 gennaio, e con l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, alla mezzanotte del 31, il 2020 è stato segnato dal coronavirus a partire da febbraio e anche gli eventi ripercorsi in questa retrospettiva "non covid" sono stati almeno in parte influenzati dalla diffusione della malattia e dalle decisioni politiche adottate per contrastarla. Joe Biden sarebbe diventato presidente degli Stati Uniti se la pandemia non avesse "azzoppato" l'economia statunitense e mondiale e senza le polemiche sulla gestione dell'emergenza da parte di Donald Trump? Il già agonizzante aeroporto di Lugano si sarebbe ritrovato "dall'oggi al domani senza voli" - parole di Marco Borradori - e costretto a chiudere senza nemmeno attendere il voto popolare sui nuovi crediti?
Per un aeroporto che chiude, una galleria che apre: questo 2020 ha visto in Ticino il completamento di AlpTransit e la (ancora parziale) rivoluzione dei trasporti pubblici grazie all'inaugurazione del tunnel del Monte Ceneri. In pochi giorni in novembre abbiamo perso il mulino di Maroggia e vissuto l'accoltellamento, ancora da chiarire completamente, alla Manor di Lugano. La sorpresa finale, a sud delle Alpi, è arrivata il 23 dicembre: a Roma si è firmato l'accordo sulla fiscalità dei frontalieri, che in Ticino si attendeva da anni, dopo quello mai ratificato del 2015.
In Svizzera è esploso il caso Crypto, è stata stroncata la carriera di Michael Lauber all'MPC e quella di Pierre Maudet nel Governo di Ginevra. Quest'ultimo spera però di resuscitarla candidandosi nel 2021. PPD e PBD hanno convolato a nozze formando l'Alleanza di centro e siamo andati a votare tre volte, dicendo "sì" ai nuovi caccia e al congedo paternità, "no" a una limitazione dell'immigrazione, alla legge sulla caccia che avrebbe allentato la protezione del lupo e all'iniziativa per multinazionali responsabili. Anche se non nel video, dovremmo ricordare anche le frequenti panne di Swisscom in primavera e l'occupazione ecologista di Piazza federale durante la sessione in cui è stata votata la nuova legge sul CO2, per ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 50% entro il 2030, attraverso fra l'altro una tassa sui biglietti aerei e l'aumento dei prezzi della benzina.
Volti nuovi nell'economia, infine, con la partenza volontaria di Sergio Ermotti, sostituito da Ralph Hamers alla guida di UBS, e quella obbligata di Tidjane Thiam dal Credit Suisse, ora affidato a Thomas Gottstein.
All'estero, occhi puntati sugli Stati Uniti: il primo mese del 2021 vedrà Joe Biden entrare alla Casa Bianca al posto di Donald Trump. Biden eredita un paese spaccato, anche dalla questione razziale. Come dimenticare i mesi di proteste, estesesi al mondo intero, dopo l'uccisione di George Floyd a Minneapolis? Ha lasciato il segno anche l'esplosione di Beirut, come il crollo due anni fa del Ponte Morandi a Genova, sostituito quest'anno dal San Giorgio.
Avrebbero potuto trovare posto in immagini anche l'uccisione del generale iraniano Soleimani, ordinata dagli Stati Uniti in Iraq, le continue proteste represse a Minsk dopo la riconferma di Alexandr Lukashenko alla presidenza bielorussa, la contestata legge sulla sicurezza imposta da Pechino a Hong Kong, il volo della navetta di Space-X fino alla stazione spaziale internazionale, una prima per i privati, e la guerra in Nagorno-Karabakh, che ha visto gli azeri riconquistare territorio a scapito degli armeni e al prezzo di migliaia di vite umane.
Il cerchio si chiude di nuovo con la Brexit: sono quasi le 16.00 della vigilia di Natale, quando arriva l'annuncio: "The deal is done", twitta Boris Johnson, l'accordo sulle future relazioni fra Regno Unito e Unione Europea è cosa fatta.
- Albachiara del 23.12.2020 La retrospettiva di Marcello Fusetti