Carmelo Musumeci è stato il primo condannato in Italia al “fine pena mai”, l’ergastolo ostativo. Prima dell’arresto - per reati di mafia nel 1991 - ha già alle spalle una lunga attività criminale che lo accompagna sin da piccolo, quando nella sua Sicilia la nonna lo portava a rubare al mercato. Da adolescente conosce prima il collegio e poi il carcere minorile. Negli anni Ottanta, poco più che ventenne, il “boss della Versilia” è a capo di una banda che gestisce il gioco d’azzardo, le estorsioni e lo spaccio di droga lungo il litorale tirrenico, dalla Liguria alla Toscana.
Degli ultimi trent’anni, Musumeci ne ha trascorsi in cella 25, prima che il suo ergastolo ostativo fosse commutato in ordinario. Ha conosciuto penitenziari di massima sicurezza, come l’Asinara, dove ha scontato anche un periodo di isolamento, e nel frattempo ha trovato nello studio e nella scrittura, una ragione per andare avanti.
Oggi ha tre lauree, è in libertà condizionale, ha numerosi romanzi e saggi all’attivo e si dedica al volontariato.
Ilaria Romano