Energia 2050 e battaglie verdi
La Strategia energetica divide le organizzazioni ecologiste: fra favorevoli e contrari non mancano i colpi bassi
Dalla sua presentazione nel 2011, poche settimane dopo la tragedia nucleare di Fukushima (Giappone), la Strategia energetica 2050 della Confederazione ha sempre potuto contare sul sostegno convinto della sinistra, PS ed ecologisti in primis.
I pilastri della Strategia, come l’abbandono graduale dell’energia atomica, il calo del consumo di combustibili e carburanti fossili e la promozione delle fonti rinnovabili sono infatti obiettivi cari a chi, politicamente, ha fatto della protezione dell’ambiente un suo cavallo di battaglia.
Un’ulteriore prova: la resistenza più forte a questo progetto proviene da destra. Da chi, come l’UDC critica i costi elevati della riforma e mette in discussione la capacità delle fonti rinnovabili di colmare il vuoto che si creerà con l’abbandono dell’atomo.
Ma ora a questo fronte, classico, fra destra e sinistra, se ne aggiunge un altro. Più inatteso. Uno interno alle stesse associazioni ambientaliste.
Da alcuni giorni un comitato, composto da esponenti di organizzazioni di protezione della natura e del paesaggio, critica due aspetti della strategia energetica: lo sviluppo dell’energia eolica e l’allentamento della protezione della natura e del paesaggio.
Per raggiungere gli obiettivi di produzione di energia eolica (4,3 TWh), si dovrebbero costruire mille centrali in tutto il paese. Il comitato teme un’invasione di immense pale, per una produzione di elettricità giudicata troppo modesta.
Installazioni ritenute poi rumorose, dannose per il paesaggio e pericolose per gli uccelli.
Questi ambientalisti criticano poi le grandi associazioni e le accusano di aver perso di vista la loro vera missione: la protezione della natura.
Una critica che le principali organizzazioni respingono con decisione al mittente, sostenendo di non parlare solo di protezione dell’ambiente, ma anche di agire.
Per WWF, Greenpeace, Pro Natura, Associazione traffico e ambiente, la Strategia energetica 2050 protegge la natura. Un calo del consumo di energia, soprattutto fossile e nucleare, e la produzione da fonti rinnovabili, possono essere solo nell’interesse dell’ambiente.
Un obiettivo comune, la protezione della natura, due visioni differenti. La spaccatura fra ambientalisti, per quanto insolita sia, non dovrebbe però durare oltre la votazione federale del 21 maggio.
Fabio Storni
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Questa sera - dalle 21.05 su La2 - dibattito in diretta moderato da Reto Ceschi e Fabio Storni, fra favorevoli e contrari alla nuova legge sull'energia
Domani, martedì, alle 08.20 su ReteUno il tema sarà invece al centro della puntata di Modem. Gli argomenti pro e contro a #SE2050 saranno rappresentati da
Gian Luca Lardi (presidente Società svizzera impresari costruttori) e Gianni Operto (direttore di AEE Suisse). Interventi di Roberto Pronini (direttore AET), Carlo Righetti (presidente di Swissoil Ticino) e Beatrice Petrovic (Università San Gallo).