Il giorno delle donne: live ticker
di Elena Boromeo, Joe Pieracci, Stefano Pongan, Enrico Campioni e Diego Moles
Il corteo partito poco dopo le 17.00 è stato il momento clou anche in Svizzera italiana, dove migliaia di manifestanti – 10’000 secondo gli organizzatori - hanno sfilato dalla stazione fino a Piazza Governo. Una vera e propria onda viola ha investito la capitale, un’onda composta da migliaia di persone: tante donne, evidentemente, ma anche molti uomini solidali e tante famiglie con bambini. Al corteo di Bellinzona, in prima fila, c’era anche al presidente del Consiglio nazionale, Marina Carobbio. La manifestazione si è svolta in maniera festosa e pacifica, ma anche ferma e decisa, per chiedere il rispetto della parità di genere.
Chiara Landi, del gruppo donne dell’Unione sindacale svizzera, sezione Ticino e Moesano, ai microfoni della RSI spiega: “Il risultato è stato al di sopra delle aspettative, ci aspettavamo una grande partecipazione, ma non così ampia! Siamo tantissimi e tantissimi, una marea che non si fermerà”. Rispetto al 1991, il fatto che tanti uomini hanno manifestato significa che qualcosa è già cambiato nella società? “Sì”, ci risponde Landi, “è un buon segnale e abbiamo lavorato molto anche per far capire che non c’è nessuna volontà di dividere: bisogna lavorare insieme: uniti, combattere per abbattere le discriminazioni e per una società più giusta”. La politica, conclude, “non può più ignorare le nostre rivendicazioni”.
Attenzione: con quest’ultimo aggiornamento si chiude il nostro live ticker. Qui il riassunto dello sciopero delle donne in tutto il paese:
Dopo aver manifestato sul posto di lavoro e nei luoghi di formazione, sulle strade di Neuchâtel, Le Locle e La Chaux-de-Fonds un migliaio di donne di tutte le età, si sono riunite dalle 17.00 alla stazione ferroviaria di ciascuna cittadina, per poi dirigersi in corteo verso il centro.
Decine di migliaia di cittadine zurighesi, secondo la polizia, hanno iniziato a marciare venerdì poco dopo le 17.00 per lo sciopero delle donne. Come nel resto della Svizzera, tutte stanno combattendo per l’eguaglianza e il riconoscimento. “Quando le donne lo vogliono, Zurigo si ferma”, si leggeva su un grande striscione schierato dalle manifestanti, mentre su un altro era scritto a caratteri cubitali: “Voglio più soldi, voglio più rispetto, voglio essere una leader”.
Lontano da Piazza Federale a Berna, molto affollata fin da mezzogiorno, numerose donne anziane si sono ritrovate su una piccola collina a due passi dal Palazzo federale. Da metà pomeriggio di venerdì in tante, armate di scope e aspirapolvere e in compagnia di molti uomini, hanno pulito a fondo il padiglione della Kleine Schanze, per poi condividere le loro preoccupazioni con il pubblico che si era riunito per ascoltarle. I timori per l’invecchiamento della popolazione e le sue conseguenze è un compito pubblico che richiede maggiori investimenti, hanno sottolineato le pensionate.
Diverse centinaia di donne hanno scioperato venerdì ad Aarau, organizzando un sit-in durante il quale sono suonate pure le campane della chiesa. Le manifestanti hanno anche attraversato la città in processione. Circa 500 donne si sono riunite davanti allo stabile che ospita il centro congressi e culturale di Aarau.
Più di 1’000 donne hanno manifestato a Coira venerdì. Le dimostranti hanno chiesto più rispetto e migliori salari. Hanno marciato a lungo per le strade della capitale retica esprimendo le loro richieste nelle tre lingue cantonali, tedesco, italiano e romancio.
La parità tra donne e uomini in tutti i settori è una priorità per il Consiglio federale, che lo ha confermato venerdì in occasione dello sciopero femminile. Il Governo non ha però annunciato nessuna nuova misura.
La sindaca di Zurigo Corine Mauch (PS) ha anche scioperato venerdì insieme alla sua collega nell’Esecutivo della città sulla Limmat, Karin Rykart (Verdi). Le due esponenti municipali hanno scioperato con Ursula Mauch, ex consigliera nazionale argoviese (PS) e madre di Corine. Ursula è stata la prima dirigente di gruppo femminile al Consiglio nazionale.
Lo sciopero femminile ha raggiunto il picco venerdì alle 15.24 sulla Piazza Federale di Berna. Un enorme clamore si è infatti levato dalla folla per segnare il momento da cui le donne lavorano gratis, considerata la disparità salariale.
Diverse organizzazioni hanno espresso le loro esigenze in materia di parità e giustizia, che vanno dalla protezione delle donne rifugiate alla parità di retribuzione. In una lettera aperta il Soccorso operaio svizzero (SOS) ricorda la precaria situazione delle donne rifugiate. A Losanna i collettivi “Droit de rester pour tou-te-s” e “Appel d’elles” hanno invitato le cinque consigliere di stato vodesi e la consigliera federale Simonetta Sommaruga ad aiutare le donne migranti. L’Unione svizzera dei sindacati (USS), dal canto suo, pone l’accento sull’uguaglianza nel mondo del lavoro. In particolare, la centrale sindacale esige un salario minimo di 4’000 franchi al mese in tutta la Svizzera e contratti collettivi di lavoro in settori con un’alta percentuale di donne. Attraverso varie azioni e discorsi, Amnesty International richiama l’attenzione sulla “sconvolgente portata della violenza sessuale contro le donne”. L’organizzazione chiede una riforma radicale del diritto penale svizzero in materia di sessualità. Riuniti in un’assemblea generale a Neuchâtel, i delegati di Pro Infirmis esigono invece misure per porre fine alla discriminazione multipla nei confronti delle donne disabili.
Quattordici giugno 1991, 14 giugno 2019, sono passati 28 anni dal primo storico sciopero delle donne. Oggi come allora si chiedeva più tempo, più salario e, soprattutto, più rispetto. Per ricordare la manifestazione di allora, vi riproponiamo l’edizione del Telegiornale di quasi trent’anni fa:
Le donne in sciopero nella Svizzera orientale si sono incontrate oggi a San Gallo, dove un comitato ha preparato diverse manifestazioni, mentre gli uomini si occupavano dei bambini in una tenda delle favole o al parco giochi. Numerose le partecipanti all’azione delle 11.00, che hanno invaso il centro della città e sono rimaste in posa da “supereroine” per un quarto d’ora mentre veniva letto un manifesto con rivendicazioni. Al termine un coro accompagnato da rullo di tamburi ha esclamato: “Parità ora!”.
A Losanna un centinaio di manifestanti ha bloccato stamani il ponte Bessières, ribattezzato per l’occasione “passerELLE Nicole Niquille”, dal nome di un’alpinista friburghese. A Neuchâtel diverse statue sono state vestite di viola, mentre a Sion vi è stata una dimostrazione di fronte al Parlamento vallesano.
La diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo si è associata alle rivendicazioni dello sciopero delle donne. Il vescovo Charles Morerod ha ricordato l’importanza delle donne nell’ambito della chiesa, in cui rappresentano non meno del 70% della forza lavoro.
Delle dipendenti di McDonald’s provenienti dagli Stati Uniti, dove scioperano per protestare contro le molestie sessuali, sono giunte a Zurigo, per unirsi alla giornata di sciopero delle donne. “Siamo solidali con le lavoratrici in tutto il mondo, perché è evidente che le molestie sessuali non sono un problema che tocca unicamente McDonald’s negli USA””, ha dichiarato, al termine di un incontro con i responsabili del sindacato Unia, Tanya Harrell, arrivata dalla Louisiana e promotrice della campagna “Fight for 15 $”.
La consigliera nazionale del PS si è presentata a Berna con i guantoni da boxe, simbolo di una lotta per il rispetto delle donne che vive in prima persona: Margret Kiener Nellen, infatti, ha subito minacce di morte e di violenza, e ha vissuto sotto protezione.
Il traffico dei tram è completamente bloccato da poco dopo mezzogiorno attorno alla stazione centrale di Zurigo. Svariate centinaia di manifestanti che partecipano allo sciopero delle donne hanno infatti occupato i binari, impedendo la circolazione dei mezzi.
Le chiese cattoliche della città di Lucerna sono adornate con palloncini rosa svolazzanti: sono stati appesi dalle donne che chiedono maggiore eguaglianza nelle comunità religiose e nella società in generale.
Centinaia di donne hanno partecipato alla protesta svoltasi nel centro di Mendrisio. Usando dei fischietti hanno rumorosamente manifestato contro la discriminazione.
#scioperodelledonne #14giugno – Manifestazione di solidarietà davanti a Palazzo federale: la presidente del Consiglio nazionale @MarinaCarobbio in compagnia di membri del Parlamento. pic.twitter.com/FyVeJDcm6z
— Parl CH (@ParlCH) 14 giugno 2019
La conseillère fédérale #Sommaruga rencontre les conseillères d'Etat du Canton de Vaud et rend visite au Gymnase du Bugnon.#égalité #Toutes1histoire #grèvedesfemmes #grèvedesfemmes2019 pic.twitter.com/c2sAI4hPuF
— DETEC - UVEK - DATEC (@UVEK_DETEC) 14 giugno 2019
La rete professionale svizzera delle donne lesbiche (LWork) chiede una maggiore visibilità per le lesbiche nel mondo del lavoro. Queste lavoratrici devono far fronte a una doppia discriminazione in base al sesso e all’orientamento sessuale, osserva LWork in comunicato diramato in occasione dello sciopero delle donne. Secondo l’organizzazione, la maggior parte delle lesbiche “deve mantenere un basso profilo sul posto di lavoro e nascondere parte della propria vita”. Inoltre occupano “principalmente posizioni subordinate”, deplora l’associazione.
Le campane della chiesa di Bienne hanno suonato oggi alle 11.00 per segnare l’inizio ufficiale dello sciopero.. Diverse attività si svolgono sulla piazza centrale in vista della marcia di protesta delle 16.45. Lo scopo dei rintocchi di campane è tra le altre cose quello di richiamare l’attenzione sulla questione della violenza contro donne e bambini.
Giornali e siti di informazione hanno dedicato oggi pagine e articoli allo sciopero della donne. Diversi quotidiani svizzeri, fra cui La Regione, hanno tinto la testata di viola o pubblicato in prima pagina i simboli dello sciopero delle donne. Alle 11.00 anche internet si è tinto di viola: una trentina di siti di informazione hanno pubblicato un articolo sulle disparità accompagnato nell’ambito dell’azione “Purple Screen”.
In Vallese al via una manifestazione davanti al Gran Consiglio. Un centinaio di attiviste hanno dimostrato per chiedere la parità e hanno organizzato un “picchetto d’onore” al momento dell’ingresso nell’edificio dei deputati. Le dimostranti hanno scandito slogan ed esposto striscioni sui quali si leggeva “Tutti uguali”, “Rendite equilibrate” e “Stop alla violenza”.
Diverse statue sono state vestite di viola oggi nella città di Neuchâtel. L’emblematica scultura di David de Pury, sull’omonima piazza, è stata ricoperta con una maglietta del movimento.
La presidente del Consiglio nazionale Marina Carobbio ha sospeso in questo momento (10.51) la seduta della Camera del popolo per consentire alle parlamentari che lo desiderano di partecipare brevemente alla manifestazione in corso sull’antistante Piazza federale. I dibattiti riprenderanno alle 11.15. La decisione di sospendere la seduta era presa la settimana scorsa all’unanimità dall’Ufficio del Nazionale. La proposta era stata formulata da Marina Carobbio e nessuno in seno all’ufficio aveva sollevato obiezioni, aveva dichiarato in aula mercoledì di settimana scorsa la stessa presidente del Nazionale. “Abbiamo voluto evitare una mozione d’ordine e una discussione infinita il giorno stesso”, aveva aggiunto la vicepresidente Isabelle Moret (PLR/VD). Non contento di tale decisione, Andreas Glarner (UDC/AG) aveva depositato una mozione d’ordine per impedire tale sospensione. Per l’argoviese “lo sciopero è una faccenda privata per i gruppi di sinistra” al quale parteciperanno “donne frustrate”. A suo avviso la “stragrande maggioranza delle donne non vuole affatto questo sciopero”. Al voto la maggioranza del Consiglio nazionale aveva però deciso di mantenere la sospensione per 114 voti contro 55 e 7 astenuti. I “no” sono venuti dai ranghi dell’UDC (53 sui 61 presenti, compreso Marco Chiesa) e del PLR (2 su 26). Quattro membri del gruppo UDC (tra cui Lorenzo Quadri) e 3 PLR si sono astenuti. Tutti gli altri (compresi Giovanni Merlini, Roberta Pantani, Fabio Regazzi e Marco Romano) avevano sostenuto l’interruzione della seduta.
“Bloody Unfair - riduciamo la tasse degli assorbenti”: oltre 11’000 persone hanno firmato la petizione per chiedere un abbassamento delle imposte su prodotti igienici femminili. Oggi, in occasione dello sciopero nazionale delle donne, il testo è stato consegnato alla Cancelleria federale. La petizione era stata lanciata lo scorso 8 marzo nella giornata internazionale della donna.
Impressum ha preparato un piano di azione per garantire la parità nel giornalismo. Meno di un terzo dei giornalisti sono donne, deplora l’organizzazione professionale in un comunicato. Al capitolo “combattere gli stereotipi”, Impressum chiede quindi di aumentare la percentuale femminile nelle redazioni che si occupano di politica, economia e scienza. Anche per quanto riguarda le funzioni dirigenziali nei media è necessario raggiungere la parità. Le aziende devono lottare attivamente contro ogni forma di molestia e istituire organi interni che consentano alle vittime di far valere i propri diritti garantendo loro nel contempo la protezione della personalità. Impressum sostiene anche l’introduzione di salariali minimi e la trasparenza delle remunerazioni nel settore. Infine, chiede un’organizzazione del lavoro che sia compatibile con una migliore ripartizione dei compiti non professionali.
A Friburgo le azioni per lo sciopero delle donne inizieranno alle 11.00 con una manifestazione sulla piazza Georges-Python. La marcia a favore delle parità partirà alle 18.30, ma durante tutta la giornata e in serata sono previsti concerti, proiezioni, spettacoli teatrali e discorsi. L’azione di protesta contro le disparità salariali si terrà, come nel resto della Svizzera, alle 15.24, e prenderanno la parola anche rappresentanti delle donne contadine.