"Sono l’ultimo don Chisciotte della politica ticinese e ne sono fiero", dice di sé Fausto Gerri Beretta-Piccoli. "Don Chisciotte è uno che crede e lotta per la libertà, che sogna cose belle, come Robin Hood, Zorro e Peter Pan: per questo sono i miei eroi", aggiunge.
Lo scorso 2 di ottobre, dimettendosi dal Consiglio comunale di Lugano, ha definitivamente lasciato la politica attiva dopo 50 anni di lotte, in particolare contro il disagio sociale. La sua militanza era cominciata nel Partito del Lavoro, a metà anni Sessanta, entrando a vent’anni nel Legislativo luganese, dimostrandosi tra le figure di maggiore rilievo dei comunisti in Ticino. Era poi passato come indipendente nel Partito Socialista Autonomo, prima di entrare - sempre come indipendente - nel PS. Tornato nel PdL, era poi passato ai Verdi. "Io voltagabbana? No. Perché non avevo la tessera di nessun partito. Quando mi dicevano "a nome del partito", io ero già partito...".
Il suo maggiore successo politico? "L’introduzione degli educatori di strada in Ticino. L'idea è mia. Era giusto farlo", racconta. Di professione operatore sociale, Gerri ha fatto anche il clown, a teatro e al circo in giro per l'Europa.
"Bisogna credere in qualcosa, perché ti dà la speranza che si possono cambiare le cose. E qualcosa cambierà", prosegue. "I grandi ci hanno creduto. Che Guevara e Zorro hanno scelto la via armata, Gandhi invece no e ha vinto. Ecco bisogna essere idealisti. E io forse sono un Che Guevara-gandiano, perché sono contro le armi".
Joe Pieracci