ZFF o NZZ?

Uma Thurman (che introdurrà la proiezione di Kill Bill Vol. 1), Oliver Stone con Shailene Woodley e Joseph Gordon-Levitt (per Snowden), Hugh Grant, il "maghetto" Daniel Radcliffe, Woody Harrelson e così via: i nomi celebri pronti a sfilare sul tappeto verde del 12esimo Zürich Film Festival sono parecchi.

La manifestazione però in questo periodo ha fatto parlare di sé più per la sua struttura societaria che per il programma artistico. Recente l’annuncio dell’acquisizione da parte del gruppo mediatico della Neue Zürcher Zeitung del 52% della società. Una mossa che pare rientrare in un’ottica di diversificazione degli investimenti, ma che ha fatto nascere discussioni sull’indipendenza dello ZFF.

E l’indipendenza “da imprese che producono, cofinanziano, pubblicizzano o commercializzano film o contenuti mediatici” è – articolo 17 dell’Ordinanza sulla promozione cinematografica – condizione essenziale affinché l’Ufficio federale della cultura sostenga un festival.

Zurigo attualmente riceve 150mila franchi, ma ora forse - ha fatto capire il "mister cinema" federale Ivo Kummer - se ne dovrà ridiscutere.

A preoccuparsi sembrano essere anche gli altri festival, primo fra tutti Locarno, per un eventuale rischio di disparità di trattamento sulle testate del gruppo NZZ.

È pur vero che (con la rivista Frame e la NZZ am Sonntag) il gruppo era già media partner dello ZFF e la stessa cosa, qui come in altre manifestazioni, capita a diversi media, compresa la SSR. Essere soci di maggioranza di un festival però appare ben altra faccenda.

Intanto lo ZFF inaugura con l'americano Lion - presenti a Zurigo l'attore Dev Patel e il produttore Harvey Weinstein - una dieci giorni di proiezioni, che prevede 172 film di cui 43 svizzeri.

Tra questi anche alcune produzioni legate alla Svizzera italiana: Miséricorde di Fulvio Bernasconi, The Other Half of the Sky di Patrick Soergel e Sette giorni di Rolando Colla.

MZ

Dal TG 20

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