Uno dei personaggi letterari più iconici nella letteratura per l’infanzia è l’orso, anzi l’orsetto, trasfigurazione animata del peluche Teddy Bear, che pare derivasse il suo nome dal presidente americano Theodore Roosevelt, il quale in una battuta di caccia graziò, bontà sua, appunto uno di questi bruni plantigradi. Il fatto venne immortalato in un fumetto sul “Washington Post” che ebbe un successo tale da indurre alcune aziende a produrre pupazzi a forma di orso, i più celebri dei quali furono quelli realizzati dalla tedesca Margarethe Steiff, che nel 1902 creò il primo orso “beweglich”, cioè con giunture agli arti che ne consentivano la mobilità. E così, passo dopo passo, gli orsetti entrarono nelle storie per l’infanzia: tutti ricordiamo Winnie the Pooh di A.A. Milne, o l’orso Paddington di Michael Bond, tanto per fare due esempi, ma pochi sanno che il loro precursore nacque già nel 1920, sul quotidiano inglese “Daily Express”, in strisce a fumetti firmate da Mary Tourtel. Dopo più di un secolo le avventure di Rupert escono ora in italiano, dalle edizioni Pulce, con titolo Rupert l’orsetto, traduzione e cura di Elisa Mazzoli, che sarà ospite nella Tana.
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