L’idea più diffusa è che si tratti di un limite introdotto dal disco. Secondo Wikipedia addirittura dal 45 giri, che risale al 1949. Ma è falso. Molte canzoni duravano tre-quattro minuti anche ben prima dell’invenzione del fonografo. Ci sono altre ragioni: la forma poetica del testo, la ballabilità, il bisogno di ricordare per intero un brano senza leggerlo, eccetera.
Claudio Farinone e Giovanni Conti ne parlano con il musicista, musicologo e studioso di popular music Franco Fabbri e con Alberto Rizzuti, ordinario di storia della musica a Torino.
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