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Spettacolarizzazione della performance

Virtuosismo, estetica, presenza scenica, pubblico…

Queen

Nel panorama musicale contemporaneo, la performance non è più solo un fatto sonoro. Per solisti, direttori d’orchestra ed ensemble, la presenza scenica è ormai una componente essenziale dell’esecuzione.

Il gesto, l’atteggiamento corporeo, l’espressività del volto: ogni elemento concorre a costruire una narrazione visiva che si intreccia profondamente con quella musicale.

Suonare, dirigere, cantare significa anche comunicare attraverso il corpo, trasmettere emozioni e significati attraverso il modo in cui si occupa lo spazio, si guarda il pubblico, si respira con l’ensemble.

In molti casi si assiste a una vera e propria ricerca estetica nella costruzione della performance: una cura dell’immagine che coinvolge luci, costumi, scenografie, posture, movimenti, anche nei contesti più tradizionali.

Ma forse non è una novità: se pensiamo ai concerti di Niccolò Paganini, o agli affetti scenici dell’opera lirica.

A riflettere sulla tematica in constante evoluzione Lalitha Del Parente e Giovanni Conti saranno in compagnia di Luisa Sclocchis, giornalista e critica musicale e Sebastiano Rolli, direttore d’orchestra e saggista.

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