Passata la campagna sull’iniziativa, resta aperta la questione del futuro della Ssr e delle altre emittenti private beneficiarie del canone
È stata una campagna lunga. Lunghissima. È stata anche una campagna velenosa. La Svizzera alla fine ha detto NO a larghissima maggioranza all’iniziativa “No Billag” e all’abolizione del canone radiotelevisivo. Lo ha fatto con proporzioni massicce, per certi versi inaspettate. La Svizzera, tutti i cantoni e tutte le regioni linguistiche, hanno di fatto dato un segnale chiaro. Anche in Ticino dove il risultato sembrava in bilico e dove invece tutti i comuni hanno respinto l’iniziativa.
Un risultato che di fatto è un voto di fiducia nei confronti della SSR ma anche di quelle emittenti private che beneficiano del canone. Un risultato che probabilmente pone l’azienda in una posizione di forza nelle future discussioni sul futuro del panorama radiotelevisivo nel nostro paese. Perché una cosa è chiara. La discussione è destinata a continuare. Tante, troppe cose stano cambiando nel mondo dei media. A Berna, in parlamento, si dovrà discutere la nuova concessione e ridefinire il servizio pubblico. Con i privati che vogliono la loro parte.
Passata l’iniziativa “No Billag” come proseguirà il dibattito. Noi ne parliamo con:
Fabio Regazzi, CN, membro Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni
Fabio Soldati, presidente Gruppo Corriere del Ticino
Maurizio Canetta, direttore RSI
Segnaliamo che i rappresentanti del comitato “No Billag Ticino” hanno deciso di non rispondere alle domande della Rsi e hanno rifiutato l'invito a partecipare al dibattito.
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