La Grecia vota e sceglie di non cambiare... il cambiamento avviato da Alexis Tsipras otto mesi fa con la sua brillante elezione di gennaio. Le elezioni hanno confermato in sostanza i rapporti di forza con la vittoria di Syriza che ottiene il 35,5% dei voti e 145 seggi, nonostante la scissione interna. Nuova Democrazia, il partito che avrebbe potuto scalzare Tsipras, si è fermato al 28%, con 75 seggi. Terzo partito, i filonazisti di Alba Dorata, che ottiene ben 18 seggi, forte del 7% di consensi conquistati. Seguono: Pasok 6,28% (17 seggi), KKE 5,55% (15), Potami 4,09% (11), Greci Indipendenti 3,69% (10), Unione centristi 3,43% (9). Sul voto ha comunque pesato l'ombra dell'astensionismo: solo il 56,5% dei greci è andato a votare, contro il 64% delle elezioni di gennaio.
Sarà dunque un governo “fotocopia” di quello uscito dalle precedenti elezioni, con l’alleanza tra Syriza e i Greci Indipendenti di Panos Kammenos. Assieme hanno 155 seggi che garantisce loro la maggioranza assoluta sui 300 seggi del Parlamento. Un’alleanza annunciata a spoglio non ancora terminato, e sigillata dalla comparsa sul palco in piazza dei due leader Tsipras e Kammenos. "Da domani ci rimboccheremo le maniche” hanno promesso i due. “Nei prossimi 4 anni costruiremo una Grecia più forte, più equa, in grado di camminare con le proprie gambe."
Modem ne parla con:
Dimitri Deliolanes, giornalista, corrispondente a Roma per la ERT Radio televisione ellenica;
Giorgio Arfaras, economista, direttore Lettera economica del Centro Einaudi;
Francesco De Palo, giornalista e scrittore, direttore della rivista “Mondo greco”;
Aris Kladis, cittadino greco a Zante
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