Fino ad oggi in Svizzera solo le madri possono godere di un congedo pagato di 14 settimane per la nascita di un figlio. L'iniziativa popolare "Per un congedo di paternità ragionevole - a favore di tutta la famiglia", depositata nel luglio 2018, chiede ugualmente un congedo per i padri di almeno 20 giorni finanziato, come quello per le madri, attraverso l'indennità di perdita di guadagno (IPG). Promotrici dell’iniziativa sono le organizzazioni: Travail.Suisse, Männer.ch, Alliance F e Pro Familia Svizzera.

Il Consiglio federale ha raccomandato la bocciatura dell'iniziativa soprattutto in ragione dei costi che, a suo avviso, ammonterebbero a 420 milioni di franchi l'anno, costi che graverebbero sulle imprese, causando inoltre problemi organizzativi. La commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati ha così proposto un compromesso sotto forma di controprogetto indiretto: 10 giorni di congedo paternità pagato.

Tutte le proposte avanzate di fatto dispiacciono a vario titolo ai diversi partiti e organizzazioni svizzeri: per taluni sia l’iniziativa popolare che il controprogetto indiretto sono “minimalisti”. Per l'UDC e l’Unione svizzera degli imprenditori (USI), al contrario, si spingono troppo lontano poiché, la maggioranza delle aziende svizzere ha meno di 10 dipendenti. Secondo l’USI per queste imprese sarebbe impossibile attuare un congedo paternità. La Svizzera cambierà rotta o rimarrà il fanalino di coda in Europa per i congedi paternità?

In attesa che il tema approdi sui banchi del Consiglio di Stato la prossima settimana, Modem ne discute con:

Giuliano Bonoli, professore di politiche sociali presso l'IDHEAP, vicepresidente della Commissione federale per le questioni famigliari;

Rocco Cattaneo, Consigliere nazionale PLR e imprenditore;

Kathy Riklin, Consigliera nazionale PPD, membro della Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura;

Marco Taddei, membro della direzione dell’Unione svizzera degli imprenditori.

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