In questi giorni a farne le spese è stata soprattutto la Danimarca, con diversi aeroporti colpiti nel giro di 48 ore dalla presenza di misteriosi droni che hanno provocato la chiusura temporanea degli scali e messo in allarme le autorità del Paese scandinavo, membro dell’Alleanza atlantica. Per il ministro della difesa Troels Lund Poulsen questi attacchi possono mettere il pericolo la sicurezza e la libertà. Al momento rimane ancora da chiarire l’origine di questi droni, le autorità danesi non escludono che si possa trattare di velivoli russi. In allarme è entrata anche la Nato, già confrontata nelle scorse settimane con diverse incursioni di droni e di caccia russi nei cieli di Polonia, Norvegia, Romania e Estonia. Di cosa si tratta e quanto queste continue azioni di disturbo rappresentano davvero un pericolo per la sicurezza di tutto il fronte orientale dell’Unione europea? Cosa vuol dire tutto ciò per la Nato? E quanto queste incursioni ci dicono dell’attuale forza militare della Russia?
Argomenti e interrogativi che discutiamo con:
- Orietta Moscatelli, analista geo-politica e esperta di Russia
- Beda Romano, corrispondente europeo del Sole 24 ore
- Alessandro Colombo, professore di relazioni internazionali alla Statale di Milano
E questo in un momento in cui il presidente statunitense sembra voler sostenere apertamente l’Ucraina. Dopo un incontro con Zelensky, a margine dell’Assemblea generale dell’ONU a New York, Trump ha affermato che “l’Ucraina potrebbe riconquistare tutto il suo territorio e andare anche oltre” e questo perché la Russia è ormai soltanto “una tigre di carta”.
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