Nello spazio di alcuni giorni la variante indiana del Covid-19 ha gettato nel caos l’India con i suoi 1,3 miliardi di abitanti. Negli ultimi 5 giorni la media giornaliera di nuovi casi ha superato quota 300'000 con un picco tristemente storico di oltre 350'000 nuove infezioni registrato domenica.
Negli ospedali i malati si ammassano nei corridoi e alle entrate con i parenti alla disperata ricerca di ossigeno, medicinali o di un letto. La situazione è talmente grave che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha inviato sul posto 2600 specialisti, mentre diversi Governi hanno annunciato l’invio di aiuti umanitari d’urgenza. Un simile disastro è il frutto della combinazione di diversi fattori come le elezioni (con relativi comizi) in cinque Stati importanti, le diverse feste religiose, quelle per il nuovo anno e quella dei colori che hanno attirato centinaia di migliaia di persone senza mascherine e agglomerate senza distanziamento.
Ora il Governo del premier Narendra Modi sta cercando di correre ai ripari, aumentando la produzione di ossigeno, bloccando l’esportazione del vaccino AstraZeneca prodotto sul suo territorio ed invitando la popolazione a portare la mascherina anche dentro le mura di casa. Basterà a fermare l’avanzata di questa variante indiana che presenta due mutazioni concomitanti?
Ne parliamo con:
Rita Cenni, giornalista e collaboratrice RSI;
Davide Corti, direttore di Humabs Biomed, Bellinzona;
Nicoletta Dentico, responsabile del programma salute pubblica del Society for International Development;
Carlo Pizzati, scrittore, giornalista e docente universitario nel Tamil Nadu, India.
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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