Non è il “Whatever it takes” di Mario Draghi, ma di certo può perlomeno servire a calmare le acque attorno a Credit Suisse, acque molto agitate in queste ultime ore. Dopo una giornata convulsa, con l’azione della seconda banca svizzera è crollata ai minimi storici, in serata è giunta la presa di posizione della Banca nazionale svizzera. La BNS si dice pronta a mettere a disposizione di Credit Suisse la liquidità necessaria “in caso di bisogno” . Un comunicato firmato anche dalla FINMA che dovrebbe permettere domani, alla riapertura dei mercati, di proteggere il titolo della banca e di riportare un po’ di calma attorno all’istituto zurighese che, durante la notte, ha annunciato l'intenzione di accedere al Covered Loan Facility della BNS di 39 miliardi di franchi e a una linea di liquidità a breve termine, per un totale di circa 50 miliardi di franchi.
Ma basterà questa mossa? Oppure il Credit Suisse è alle prese con una crisi da cui non riuscirà a risollevarsi senza l’aiuto della mano pubblica, come già capitò a UBS dopo la crisi finanziaria del 2008?
E che dire di un’eventuale vendita della banca che, stando a voci di mercato, potrebbe, per la sua parte svizzera, passare nelle mani di Swiss Life?
Domande che affronteremo con i nostri ospiti:
Sergio Rossi, professore di economia monetaria all’Uni di Friburgo
Giovanni Baroni Adesi, professore emerito di economia all’USI di Lugano
Luca Fasani, giornalista economico RSI
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