I reparti pediatrici svizzeri in queste settimane, praticamente da inizio novembre, sono stati messi fortemente sotto pressione da un susseguirsi di diversi virus e da genitori spazientiti per le lunghe attese. Una situazione che ha spinto recentemente alcune strutture di pronto soccorso pediatrico (Basilea e Berna e prima ancora Zurigo) ad assumere degli agenti di sicurezza.
Già prima delle feste, le strutture pediatriche d’oltralpe avevano chiesto disponibilità di posti letto in Ticino ed il Ticino ha risposto presente fin quando è stato possibile. Una situazione critica ma anche ciclica dicono gli esperti; già lo scorso settembre però l’Associazione Pediatria Svizzera aveva lanciato un primo appello su “un’imminente carenza di cure”.
Da tempo i responsabili degli istituti sanitari, così come la maggioranza del parlamento chiedono di destinare più soldi alle cliniche pediatriche. Il Consiglio federale è d'accordo ma ribadisce che l'incremento delle risorse deve avvenire nell'ambito della revisione del tariffario delle prestazioni mediche. Una revisione che però è bloccata da anni.
Allora come sta concretamente la pediatria svizzera e ticinese? Come si arginano queste carenze? Ne parliamo con:
Petra Donati-Genet, medica titolare di uno studio pediatrico a Locarno e intensivista all’ospedale di Lucerna;
Giacomo Simonetti, direttore medico e scientifico del Reparto pediatrico dell’Ospedale di Bellinzona;
Claudia Taddei, direttrice sanitaria e coordinatrice di Giipsi spitex pediatrico.
Modem su Rete Uno alle 8:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay.