In Svizzera manca – e mancherà sempre di più nei prossimi anni – manodopera. Paradossalmente la popolazione sta invece aumentando. Ma non quella attiva, visto che escono dal lavoro molte più persone di quante ne entrano, un fenomeno destinato ad accentuarsi nei prossimi anni. E allora si fa ricorso alla manodopera estera, con un’immigrazione che negli ultimi decenni, tenuto conto anche della libera circolazione delle persone, è andata crescendo.
E le migrazioni in Svizzera sono il principale fattore di crescita demografica. C’è quindi chi ritiene che l’immigrazione vada limitata, controllata. Perché stiamo – con quasi nove milioni – diventando troppi.
Ma va anche detto che la popolazione elvetica aumenta, sì, ma al contempo invecchia, in Ticino tra l’altro più che altrove nel Paese. E senza immigrati, la fascia di popolazione che non lavora più, gli over 65, oggi conterebbe ancora di più …
Come fare quindi per garantire all’economia la manodopera necessaria, e allo stesso tempo gestire la crescita demografica e l’invecchiamento della popolazione? Quanto si deve/può attingere ancora alla forza lavoro dall’estero e quanto invece si deve puntare a sfruttare meglio quella indigena, pensiamo alle donne, ai pensionati o ai disoccupati, eccetera?
Ne parliamo – per questo primo Modem elettorale, in vista dell’appuntamento alle urne di ottobre – con:
Zeno Casella, candidato al CN No UE - No NATO
Rina Ceppi, candidata al CN Helvethica
Alex Farinelli, consigliere nazionale uscente Plr, candidato alla Camera del popolo e agli Stati
Massimo Mobiglia, candidato CN Verdi Liberali
Paolo Pamini, candidato al CN per la lista Lega/Udc
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