Meglio a scuola che a casa
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Sui banchi fino a diciotto anni

Il capo del Dipartimento ticinese dell’educazione propone una formazione obbligatoria fino ai 18 anni, come già accade a Ginevra

  • 18.12.2018
  • 35 min
  • Keystone
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"Vietato non formarsi fino a 18 anni" è il messaggio lanciato dal Consigliere di Stato Manuele Bertoli, che propone l’introduzione di una formazione obbligatoria fino al compimento della maggiore età. Questo per evitare che gli allievi, dopo la quarta media, rimangano a casa a non fare nulla, aumentando il rischio di non riuscire ad entrare nel mercato del lavoro.

Una proposta che segue quanto già accade a Ginevra, dove dall’anno scolastico 2018/2019 vengono ad esempio proposte offerte di stage di tre mesi a chi abbandona la scuola. Così facendo, il cantone romando spera di diminuire il numero di giovani che interrompe la formazione prima del conseguimento di un diploma; giovani che oggi sono quasi un migliaio, di cui 550 minorenni.

Con questa misura si vuole raggiungere l'obiettivo fissato dalla Confederazione di portare almeno il 95% dei giovani all’ottenimento di un titolo di studio (maturità federale, maturità professionale, maturità specializzata, attestato federale di capacità, certificato professionale federale) entro i 25 anni. Obiettivo che in Ticino, con il suo 88%, resta ancora lontano.

Ne parliamo con:

Manuele Bertoli, Consigliere di stato TI, capo del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport;

Glauco Martinetti, presidente della Camera di commercio del Canton Ticino

Paolo Pamini, Granconsigliere (La Destra/TI)

Intervista registrate a:

Sylvain Rudaz, direttore generale dell’insegnamento secondario II del canton Ginevra

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