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Sulle orme di mamma Lady Diana

Il figlio e principe Harry in Angola per lottare contro le mine

  • 27.9.2019
  • 38 min
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Nel gennaio del 1997 Lady Diana visitò l’Angola per perorare la causa della messa al bando delle mine antiuomo, alcuni mesi prima di rimanere uccisa in un incidente stradale a Parigi. A 22 anni di distanza suo figlio Harry ripercorrerà lo stesso itinerario recandosi nello stesso campo di mine visitato da sua madre a Huambo, nel centro del paese lusofono.

Nei 27 anni di guerra civile (1975 – 2002) che hanno sconvolto buona parte del paese più di un milione di mine antiuomo sono state piantate nel terreno e nel corso degli anni hanno amputato gli arti di circa 80'000 persone senza contare tutti coloro che vi hanno perso la vita, bambini compresi.

Quella campagna di sensibilizzazione, condotta per la Croce Rossa dalla principessa Diana contribuì in modo sostanziale al successo del trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine antiuomo, firmato sempre in quel 1997. Oggi grazie al lavoro di sminamento la provincia di Huambo è quasi totalmente libera da mine così come molte altre regioni sparse nel mondo. Tuttavia, la lotta contro queste subdole armi che colpiscono indiscriminatamente anche ad anni distanza dalla fine delle guerre non è ancora terminata. Paesi come gli Stati Uniti, Russia, Cina, India o Emirati arabi uniti non firmato l’accordo e molto rimane ancora da fare per assistere le centinaia di migliaia di vittime delle mine sparse nel mondo.

Per fare il punto alla situazione a Modem intervengono:

Vito Alfieri Fontana, sminatore;

Lorenzo Capineri, Università di Firenze, ed ideatore di un robot antimine;

Lorenzo Simoncelli, giornalista inviato in Angola;

Stefano Toscano, direttore del Centro internazionale per lo sminamento umanitario di Ginevra.

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