Quale futuro per l’Orchestra della Svizzera italiana? L’interrogativo ricorre da novembre 2015, da quando la Società svizzera di radiotelevisione rese nota la sua volontà di rinegoziare la sua partecipazione finanziaria all’OSI. Le discussioni non sono ancora concluse, ma certo è che dal 2018 l’impegno finanziario della SSR si ridurrà e che il suo legame stesso con l’OSI sarà profondamente diverso: da finanziatore diretto, la SSR dovrebbe diventare un semplice “cliente”. Si limiterebbe infatti a garantire l’acquisto di un certo numero di concerti all’anno senza partecipare alla loro produzione.
In questo contesto, e nell’attesa di fare chiarezza, lo scorso novembre i 46 musicisti dell’OSI hanno ricevuto altrettante disdette cautelative. Sanno che quest’anno continueranno a suonare, che l’orchestra stabile c’è ancora, ma sanno anche che per il prossimo anno tutto resta aperto. Cosa significa allora oggi in Ticino essere un professionista della musica classica? Quali ritmi scandiscono le giornate di un professore d’orchestra?
Paolo dell’Oca ha incontrato Bruno Grossi, flautista e pianista bellinzonese, attualmente primo flauto all’OSI. Ne ritrae la figura in un reportage che proponiamo nella prima parte del programma. Nella seconda, con il direttore del conservatorio della Svizzera italiana Christoph Brenner, discuteremo della realtà musicale in Ticino, delle opportunità e dei problemi che si presentano sia per chi vive di musica che a livello di formazione. E parleremo anche un po’ di OSI.
Replica su Rete Due alle 19.30
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