Oro bianco

A colloquio con il produttore di latte Flavio Braguglia

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Questa edizione è dedicata al latte, alla filiera e alle difficoltà che incontrano i produttori.

Il settore del formaggio svizzero va detto fa segnare un più nelle esportazioni 2016, pari al 2,5% con 70 mila e 198 tonnellate di formaggio esportate, richieste soprattutto dal mercato europeo nonostante il franco forte e altre congiunture negative, come l’abolizione del contingente lattiero nell’unione europea. Contemporaneamente però le importazioni sono aumentate del 4,9%, raggiungendo le 58mila e 200 tonnellate (dati Switzerland cheese marketing, pubblicati nei giorni scorsi). Sono queste cifre che hanno convinto il caseificio Valposchiavo ad intraprendere una nuova produzione che affiancherà quella storica del formaggio stagionato: per la prima volta nei Grigioni, e per giunta nel cuore delle alpi, verrà prodotta mozzarella fresca.

Se la Bregaglia ha saputo accostare l'innovazione alla valorizzazione di prodotti tradizionali ovvero si continuano a produrre le specialità di valle e ma non si frena l’inventiva,  in bassa valle Mesolcina (contrariamente a quanto accade in alta valle e in Calanca) nessuno produce formaggi stagionati anche se il latte prodotto da Flavio Braguglia, e da produttori di latte caprino sarebbe sufficiente. Per produrre formaggi stagionati però serve latte Bio. Scopriremo il perché.

Il settore lattiero caseario in Valtellina è evidentemente un comparto molto importante e ricco d'innovazione, ad esempio per i formaggi come il Casera, il Bitto e lo Storico ribelle, che raggiunge il prezzo record di oltre 250 euro al chilo.  Ma le difficoltà per gli allevatori sono tante e rilevanti.