Una città immaginaria, ideale e dove tutto funziona. Tutti lavorano e le strade sono tranquille. Tutto è chiaro, razionale e le emozioni, rigorosamente moderate, sono sotto controllo. Tutti sono pronti per la nuova tecnologia, il nuovo aggiornamento… ma c’è paura del futuro e dei propri simili. È il timore per la propria esistenza.
È lo scenario in cui si sviluppa “Technophobia” (No Signal Music) l’ultimo lavoro del musicista e compositore zurighese Rio Wolta, dieci anni dopo il debutto con “Swing for the nation” e quel video clip di “Through my street” con le scavatrici danzanti che aveva vinto premi in tutto il mondo.
Rio Wolta nella sua quarta opera parla di un luogo che non c’è, in cui la gente non crede più nel futuro e nel progresso. È un commento meticoloso sulle minacce del nostro tempo, dove si rinuncia al sonno per stare al passo, dove l’amore soccombe alla tecnologia o dove è la macchina stessa a consigliarti come combattere la tecnofobia.
Loop, campioni, synth e oscillatori al servizio della drammaturgia di un film musicale che siamo noi a dover completare con la nostra immaginazione, e in cui la voce di Rio Wolta (cantata o parlata) è centrale come mai prima d’ora.

Con “Technophobia” di Rio Wolta, co-prodotto da Domi Chansorn, è disponibile anche una confezione di compresse medicinali contro la paura della tecnologia, da assumere prima dell’ascolto.

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