Una manifestazione contro la riforma delle pensioni a Parigi
Controcorrente

Per cosa e per chi voi scendereste in piazza a manifestare? Servono le proteste pubbliche e le mobilitazioni di massa?

Di Antonio Bolzani

  • Keystone
  • 6.4.2023
  • 40 min
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Oggi parliamo del ritorno delle grandi proteste di piazza, dalla Francia alla Gran Bretagna, passando dalla Germania. Si è ritornati ad occupare le piazze dove riemergono con forza e con determinazione le rivendicazioni dei lavoratori confrontati con la morsa dell’inflazione e con una serie di problemi economici e finanziari che minano i loro bilanci familiari. In Francia è in programma l’undicesima giornata di proteste, di rivolte e di manifestazioni nelle strade e nelle piazze contro la riforma delle pensioni. Intanto, sullo sfondo di continue tensioni, rivolte popolari, scontri ed una rabbia sociale che è riesplosa negli ultimi mesi con una serie di scioperi, vi sono stati la fumata nera e il mancato accordo con il Governo e, soprattutto, non si è assistito ad una spaccatura del fronte dei sindacati che dopo l’incontro di ieri con il primo ministro Elisabeth Borne confermano un’altra giornata di mobilitazione generale contro la riforma delle pensioni: ricordiamo che l'età pensionabile passerà da 62 a 64 anni a partire dal 2030, una riforma approvata dall’esecutivo di Emmanuel Macron, nonostante l’ostilità di gran parte dei francesi. Secondo voi con le proteste di piazza si possono davvero cambiare le cose oppure servono più che altro per sensibilizzare efficacemente l’opinione pubblica su questioni, temi e problemi ritenuti importanti e particolarmente sensibili? Perché, come in passato, si privilegiano ancora queste grandi mobilitazioni di massa e perché si protesta nuovamente nelle piazze e nelle strade? Per cosa e per chi voi scendereste in piazza a manifestare?
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