Govandi, o Shivaji Nagar, è il quartiere più malconcio della megalopoli Mumbai. Accanto a una discarica puzzolente che spesso prende fuoco, è il primo porto di approdo per chi migra nella zona urbana senza un soldo, alla ricerca di fortuna. Gente di ogni regione dell'India e anche dell'Asia si accalca in un chilometro quadrato strapieno di baracche e casupole, senza servizi, senza quasi strade.
È qui che Anoop Parik, un insegnante di Delhi, ha deciso di vivere 12 anni fa. Quando ne ha avuto abbastanza del sistema educativo indiano, autoritario e inefficiente, ha aperto con i suoi risparmi una piccola biblioteca. Questa avventura ha coinciso con la prima ondata di pandemia nel 2020: con le scuole chiuse e l'economia in panne, queste quattro mura sono diventate l'unico rifugio per migliaia di bambini allo sbando, che non avevano nulla da fare o dove andare e sniffavano colla o bevevano.
Ora, grazie al sostegno di benefattori, The Next Page riesce a dare lavoro a quattro impiegati e offre atelier di lettura, d'arte e di scienze ai bambini del quartiere.





