La carenza di alloggi in Svizzera continua a farsi sentire, in particolare in alcune regioni e in città. Allo stesso tempo gli affitti aumentano e si costruisce troppo poco. SRF ha parlato dei vari fattori che hanno portato a questa situazione con Joris Van Wezemael, che si occupa delle trasformazioni dei paesaggi urbani contemporanei al Politecnico di Zurigo.
Le spiegazioni sull’aumento degli affitti (Arena, SRF, 09.05.2025)
SRF News: Perché gli affitti aumentano in tutto il mondo?
Joris Van Wezemael: Stiamo vivendo una rinascita dell’urbanizzazione, simile a quella avvenuta durante l’industrializzazione. All’epoca, i lavoratori non potevano fare i pendolari, quindi si trasferivano vicino alle fabbriche.
Oggi sempre più persone vivono nelle città, perché è lì che si concentrano i lavori ben retribuiti nel settore dei servizi. Dei posti accompagnati da offerte culturali, buoni ristoranti e servizi. Negli ultimi anni, ciò ha portato a un cambiamento nello stile di vita. Lo status symbol non è più la casa unifamiliare in campagna, ma vivere a Manhattan, o nel centro di Zurigo o Ginevra.
Quindi è di moda vivere in città. Ma perché l’edilizia non riesce a tenere il passo, cosa non va in Svizzera?
Ci sono diversi motivi. Se le persone occupassero lo stesso spazio abitativo degli anni ‘80, non avremmo un problema di alloggi.
Il secondo problema riguarda il diritto locativo svizzero: protegge bene gli inquilini dagli aumenti di prezzo, ma il mercato dei nuovi appartamenti è invece completamente liberalizzato. Questo crea un forte divario: chi vive da tempo in un appartamento paga poco. Chi invece ha bisogno di un nuovo alloggio, perché lascia la casa dei genitori, ha un bambino o si trasferisce, deve pagare prezzi molto alti.
Questo porta molte persone a vivere in spazi troppo grandi per le loro esigenze, semplicemente perché sarebbe poco conveniente rinunciare all’appartamento. Bisognerebbe quindi discutere del diritto locativo, e l’altro tema è la pianificazione del territorio.
In che modo la pianificazione del territorio contribuisce al problema?
In passato abbiamo risposto al problema della crescente domanda semplicemente ampliando continuamente le zone edificabili. Così, negli ultimi 50–70 anni, abbiamo urbanizzato tutto l’Altopiano centrale e molte valli.
Una revisione della legge sulla pianificazione del territorio ha posto fine a questo processo: ora si deve costruire all’interno degli insediamenti esistenti. Tuttavia, ciò non riduce automaticamente la domanda, anzi, e questo lo sapevano tutti, ma non se n’è tenuto conto.
Per esempio?
Si è persa l’occasione di introdurre densità minime. Inoltre, non si è riusciti a semplificare le procedure edilizie; al contrario, sono diventate ancora più complesse: la protezione contro il rumore è stata inasprita e ci sono sempre più regolamenti per la protezione del clima e beni culturali. Tutto ciò, preso singolarmente, è giusto. Ma nel complesso rende più difficile costruire. Conosco persone che, a causa delle incertezze politiche e dei rischi procedurali, non investono a Zurigo. È più semplice costruire vicino a Suhr che a Zurigo.
Cosa si potrebbe fare?
Si dovrebbe semplificare radicalmente le procedure e ridurre la burocrazia. Non capisco perché un vicino possa fare ricorso sul mio impianto di riscaldamento, finché rispetto la legge sull’energia. Si potrebbe anche aprire nuove zone edificabili a scopo abitativo.
Tokyo, rispetto alle città europee, non conosce quasi problemi abitativi. Questo perché i giapponesi non hanno problemi se accanto a una casa unifamiliare viene costruito un grattacielo. Per gli architetti svizzeri è impensabile. Eppure, quando gli svizzeri viaggiano a Tokyo, trovano la città incredibilmente affascinante.

RG 07.00 del 21.05.2025: rotto il dialogo tra inquilini e proprietari - Il servizio di Mirko Priuli
RSI Info 22.05.2025, 11:26
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