Il premio Nobel 2023 per la letteratura è stato conferito a Stoccolma oggi, giovedì, allo scrittore e drammaturgo norvegese Jon Fosse, “per le sue opere teatrali e la prosa innovativa, che danno voce all’indicibile”.
Fosse, classe 1959, esordì nella scrittura nel 1983 con il romanzo Raudt, svart (“Rosso, nero”), per poi passare a cimentarsi nella narrativa breve, nella poesia, nella saggistica e nella letteratura destinata all’infanzia. Quindi, l’esperienza della drammaturgia: è già nel suo primo dramma, intitolato Nokon kjem til å komme (“Qualcosa sta per arrivare”) e scritto fra il 1992 e il 1993, emersero una cifra stilistica e un approccio pronti a indagare temi complessi come la labilità della comunicazione, il divario generazionale e la precarietà dei rapporti famigliari e di coppia.
Il diretto interessato, che è autore di una settantina di opere, tradotte in più di 40 lingue, ha subito commentato la decisione dei giurati dell’Accademia Svedese, dicendosi “sopraffatto e anche un po’ spaventato” per l’assegnazione del premio. Fosse ha quindi sottolineato di considerare il Nobel come un riconoscimento “per la letteratura che mira soprattutto a essere letteratura, senza alcun’altra considerazione”.
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