Bulgaria ancora senza maggioranza

Le quinte elezioni in due anni in Bulgaria - domenica - non solo non hanno prodotto quella che nel linguaggio giornalistico si definisce una "maggioranza bulgara", ma ancora una volta nessuna maggioranza del tutto. E le discussioni per la formazione di una coalizione si preannunciano particolarmente ardue, esasperando ulteriormente la popolazione di un Paese ormai in profonda crisi politica. Gli analisti già prevedono una nuova convocazione alle urne in estate.

A spoglio quasi completato figura in testa il partito di centro-destra GERB dell'ex premier Boiko Borissov, 63enne con già alle spalle un decennio di "regno" ma macchiato da accuse di corruzione e isolato, tanto che nessuno sembra volersi alleare con lui.

Alle sue spalle c'è la lista liberale, centrista e pro-occidentale di un altro ex capo di Governo, per un breve periodo nel 2022, il 42enne imprenditore laureato ad Harvard Kirill Petkov. Arriva al 25%. Al terzo rango figura invece la sola formazione davvero in crescita, la filorussa Vazrajdane (Rinascita), che dal 10% di ottobre si porta al 14%. Ci sono poi l'MRF, che rappresenta l'etnia turca, e i socialisti (ex comunisti)

Il compito si preannuncia particolarmente difficile per il presidente Rumen Radev, che ha fatto parlare di recente perché contrario all'invio di armi in Ucraina. La Bulgaria fa parte della NATO dal 2004 e dell'UE dal 2007, ma una fetta non indifferente della sua popolazione guarda ancora ad est.