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Cure razionate nelle case anziani di Orpea

Un libro ha fatto scoppiare lo scandalo. Il grande gruppo francese, fra i maggiori del mondo, ha istituti anche in Svizzera

  • 10.02.2022, 20:11
  • 20.11.2024, 18:40
Il gruppo francese è finito nella bufera per la sua fame di profitto

Il gruppo francese è finito nella bufera per la sua fame di profitto

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Razionamento dei farmaci, delle protezioni sanitarie e persino del cibo, maltrattamenti cronici dei residenti, carenze di personale, obiettivi finanziari imposti alle direzioni e controllati scrupolosamente dalla sede centrale: sono le accuse contenute nel libro "Les Fossoyeurs" del giornalista Victor Castenet, che ha fatto molto rumore in Francia e non solo negli ultimi 10 giorni. Sono indirizzate al gruppo Orpea, uno dei maggiori a livello mondiale nel settore delle case anziani e delle cliniche, anche psichiatriche, con 1'156 istituti in una ventina di Paesi, Svizzera compresa.

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Maltrattamenti nelle case anziani, dalla Francia alla Svizzera

SEIDISERA 10.02.2022, 19:27

  • TiPress

Castanet è partito nel suo lavoro dal caso di una residenza di Neuilly, nella regione parigina, dove le rette arrivano ai 12'000 euro mensili ma si risparmia su tutto, tanto che agli anziani sono concessi al massimo tre pannoloni al giorno, dopodiché vengono lasciati sporchi, e dove gli ospiti sono spesso abbandonati a sé stessi, tanto da non alzarsi mai dal letto o, al contrario, passare la notte in poltrona perché nessuno li aiuta a coricarsi. Poi si è spinto oltre, sentendo oltre 250 persone, compresi manager del gruppo, che hanno svelato un sistema tutto incentrato sul profitto.

Il nuovo CEO Philippe Carrier è stato chiamato a rispondere davanti a una commissione parlamentare

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Accuse che il presidente Emmanuel Macron ha definito "sconvolgenti" ma che Orpea respinge in blocco. Hanno comunque portato all'apertura di due inchieste amministrative da parte delle autorità di Parigi, mentre in Belgio sono state ordinate ispezioni a sorpresa che hanno fatto emergere almeno una situazione "molto preoccupante".

L'autore del libro, i vertici di Oprea e rappresentanti delle autorità di controllo sono stati chiamati mercoledì a testimoniare davanti a una commissione parlamentare. Il quadro che ne è uscito è quello di una supervisione molto scarsa, con verifiche sul posto molto rare e quasi mai di sorpresa. Inoltre, il passaggio di molti ex dipendenti delle agenzie regionali incaricate dei controlli alle dipendenze di Orpea e altri gruppi del settore, fa sì che essi conoscano i meccanismi della controparte. La vigilanza è carente anche sugli aspetti finanziari, tanto che Orpea - stando al libro - non spende nemmeno tutti i 300 milioni di euro che riceve dallo Stato.

Castanet ha detto inoltre di aver ricevuto da un intermediario un'offerta di 15 milioni per interrompere la sua indagine.

All'uscita dell'inchiesta, Orpea ha cambiando CEO e si è vista sospendere il titolo in borsa per eccesso di ribasso. Ora deve i conti poi con gli avvocati di molte famiglie di residenti.

E in Svizzera?

La presenza in Svizzera di Orpea è legata all'acquisizione nel 2014 di Senevita, gruppo proprietario di 47 strutture medicalizzate con oltre 4'000 letti (solo Tertianum è più grande in ambito privato). Le residenze sono presenti soprattutto nella regione dell'Altopiano. Secondo i vertici, non c'è nessun legame con le attività francesi. Da noi cose del genere non possono succedere perché i controlli sono rigorosi, secondo invece il responsabile dell'associazione di categoria. Albert Wettstein, medico zurighese che qualche anno fa ha creato UBA, uno sportello indipendente per gli anziani della Svizzera tedesca, non è invece così categorico: "Il problema si presenta di tanto in tanto ma non è generalizzato. Pratiche svilenti e maltrattamenti non sono sconosciuti e non solo in istituti privati". Per Wettstein, tuttavia, queste situazioni di solito emergono rapidamente nei media.

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