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Dentro la "vergogna di volare"

Il movimento ecologista mette sotto pressione il settore del trasporto aereo, che reagisce cercando soluzioni più sostenibili

  • 18 febbraio 2020, 19:49
  • 22 novembre, 19:59
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Flight Shame: come calcolare le compensazioni di CO2? Meglio l'aereo o l'auto. Fatevi un viaggio con noi

A.Spataro, A.Chiara, G. De Falco 18.02.2020, 18:58

Di: Alessandra Spataro e Alessandro Chiara 

Prendere l’aereo e partire. Un’azione che fino a qualche tempo fa, non provocava quasi alcun turbamento, se non per chi aveva la fobia del volo. Ma da quando il movimento ecologista si è prepotentemente imposto, proprio l’aereo è diventato bersaglio di critiche, perché inquina troppo. Secondo l'ATAG, Associazione di categoria attiva nella promozione dello sviluppo sostenibile, il trasporto aereo è responsabile del 2% delle emissioni di CO2 prodotte a livello planetario.

C’è dunque chi decide di non salire più su un aereo, sposando la filosofia che dalla Svezia sta dilagando un po’ ovunque, ossia la Flight Shame, la vergogna di volare. Una filosofia che per ora ha provocato conseguenze visibili soprattutto sulle rotte di corto raggio: i principali scali svedesi hanno registrato l’anno scorso un calo dell’8% dei passeggeri sui voli domestici. Ma il discorso è più complesso. Non sempre si può scegliere di non volare.

Gli attori del trasporto aereo stanno per questo lavorando a 360° per trovare soluzioni su: propulsione, materiali, traiettorie e carburanti.

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Dentro la "flight shame", la vergogna di volare

Telegiornale 18.02.2020, 21:00

C’è chi promette una conversione totale all’elettrico, e chi allarga il tema anche alle strutture aeroportuali. Sì, perché anche gli aeroporti inquinano e non poco. Uno scalo di dimensioni come quello di Malpensa è paragonabile, a livello di consumi, a una città di 100'000 abitanti.

Ogni anno vengono censiti 30 milioni di voli nei nostri cieli. Anche piccoli accorgimenti tecnici, su un volume del genere, possono diminuire significativamente le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Sul fronte politico in diversi paesi, Svizzera compresa, sono in discussione possibili tasse aggiuntive sui biglietti. Inoltre, le maggiori compagnie aeree propongono ormai programmi volontari attraverso cui i passeggeri possono compensare le proprie emissioni fino ad azzerarle. Per ora solo il 3-4% di chi vola lo fa. Alcune compagnie hanno per questo scelto di assumersi questo onere.

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RG 18.30 del 18.02.20: il reportage di Alessandro Chiara e Alessandra Spataro

RSI Info 18.02.2020, 19:45

Se si decide di compensare gli esperti sostengono che sia meglio preferire progetti che diminuiscano stabilmente il rilascio di emissioni nocive nell’ambiente: meglio un impianto fotovoltaico che un albero piantato.

https://youtu.be/3LytN_Vn4r8

Gli adepti di Greta ormai sono scesi in campo e sono pronti a combattere. Non vogliono soluzioni palliative, ma il cambiamento, e riconoscono di essere loro stessi motore di questo cambiamento.

11:40

Per una mobilità ecosostenibile

Il Quotidiano 18.02.2020, 20:00

L’essenziale in breve

A livello mondiale, i voli hanno prodotto 915 milioni di tonnellate di CO2 nel 2019, a fronte degli oltre 42 miliardi complessivamente prodotti dagli esseri umani. L’industria aerea produce circa il 2% delle emissioni di CO2 nel mondo. Nel 2019, sono stati registrati 4,5 miliardi di passeggeri. Obiettivo: entro il 2050 dimezzare le emissioni rispetto al 2005. Per ora, sono cinque gli scali a livello mondiale a mettere a disposizione biocarburanti, tra cui Zurigo. Fonte: atag.org/aeroporto Zurigo-Kloten

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