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Hezbollah: “La nostra lotta non si ferma”

Dopo le esplosioni di migliaia di cercapersone che hanno ucciso numerosi suoi esponenti, il gruppo sciita grida vendetta contro Israele - Gold Apollo: “Dispositivi realizzati in Ungheria, non a Taiwan”

  • 18 settembre, 07:04
  • 25 settembre, 12:34
Ambulanze e caos a Beirut dopo l'esplosione di tanti cercapersone

Ambulanze e caos a Beirut dopo l'esplosione di svariati cercapersone nelle mani di esponenti di Hezbollah

  • Keystone
Di: AFP/Reuters/RSI Info 

“Continueremo come in tutti i giorni passati con le nostre benedette operazioni a sostegno” della Striscia di Gaza, hanno dichiarato mercoledì i miliziani libanesi di Hezbollah dopo la mortale raffica di esplosioni di cercapersone avvenuta martedì, che ha ucciso una dozzina di persone (il “partito di Dio” riconosce la morte di 8 combattenti) e ne ha ferite circa 4’000 (centinaia in modo grave, in molti avrebbero perso la vista) tra cui anche l’ambasciatore iraniano a Beirut che secondo fonti non confermate avrebbe perso un occhio. Il Ministero della sanità libanese parla di 12 morti, fra cui due bambini, e 2’800 feriti.

Hezbollah è stato colpito ovunque: nel sud del Libano, il fronte caldo dello scontro militare con Israele, nel cuore nevralgico di Beirut, nelle retrovie logistiche della valle della Bekaa e a Damasco, in Siria, fondamentale collegamento con l’Iran suo “sponsor”.

Il gruppo sciita sostenuto dall’Iran ha attribuito l’attacco a Israele: “Questo percorso è in atto e separato dalla dura resa dei conti che il nemico criminale deve attendere per il suo massacro” di martedì 17, ha affermato Hezbollah in una dichiarazione rilasciata sui social media.

Intanto il colosso taiwanese dei cercapersone Gold Apollo ha reso noto che non ha prodotto gli apparecchi usati dai militanti di Hezbollah che sono esplosi in modo simultaneo. In un primo momento si ipotizzava infatti che i cercapersone fossero stati ordinati dall’azienda taiwanese, ma il fondatore della società Hsu Ching-Kuang ha smentito. L’azienda asiatica ha riferito che i dispositivi sono stati realizzati dal partner ungherese Bac Consulting Kft, che ha il diritto di usare il marchio di Gold Apollo. “Il prodotto non era nostro. Aveva il nostro marchio”, ha osservato Hsu, secondo i media locali. “Gold Apollo è stata una vittima dell’incidente, siamo un’azienda responsabile e quanto accaduto è molto imbarazzante”, ha aggiunto Hsu. Anche la società ungherese, tuttavia, nega di essere stata la produttrice e afferma solo di aver svolto una funzione di intermediazione.

L’esplosivo sarebbe stato inserito dal Mossad, anche se resta il mistero di come abbia fatto, nei dispositivi prima che fossero consegnati agli esponenti di Hezbollah.

NY Times: “Israele dietro l’attacco”

Una conferma della responsabilità di Israele arriva anche dal New York Times: secondo il quotidiano - che cita alcune fonti statunitensi - l’esplosivo sarebbe stato posizionato vicino alla batteria di ogni dispositivo e attivato tramite un messaggino. I cercapersone sarebbero stati manomessi prima di raggiungere il Libano.

La maggior parte dei dispositivi era del modello AP924, anche se nella spedizione erano inclusi anche altri tre modelli. Gli apparecchi erano programmati per emettere un segnale acustico di diversi secondi prima di esplodere. 

RG 12.30 del 18.09.2024 - Le spiegazioni in diretta di Lorenzo Trombetta e Chiara Savi

RSI Info 18.09.2024, 13:22

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Attacco contro Hezbollah in Libano

Telegiornale 17.09.2024, 20:00

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