La NATO ha trovato un accordo giovedì a Bruxelles per procedere al più grande riarmo a scopo di difesa e dissuasione dalla fine della Guerra fredda, secondo informazioni trapelate da fonti dell’Alleanza atlantica e diffuse dall’agenzia tedesca DPA. La decisione è stata presa nel corso di una riunione dei ministri della difesa a Bruxelles ed è stata definita “storica” dal segretario generale, l’olandese Mark Rutte. Nel giro di cinque o dieci anni, verranno aumentati del 30% gli obiettivi di capacità, i cosiddetti “capability targets” con priorità alle armi a lungo raggio, alla difesa aerea e alle forze di terra. La Germania, ha detto il ministro Boris Pistorius, punta per esempio a portare gli effettivi della Bundeswehr da 200’000 a 260’000 uomini.
L’incremento reale sarà ancora superiore, se ogni singolo Paese farà “i compiti”, in quanto gli obiettivi precedenti e validi fin qui non sono mai stati del tutto raggiunti.
Secondo il segretario alla difesa statunitense, Pete Hegseth, i 32 membri sarebbero “molto vicini” a un accordo anche sull’aumentare al 5% del PIL il requisito di spesa minimo in questo settore. “Il nostro messaggio è chiaro (...) non ci può più essere dipendenza dall’America”, ha affermato.
Oggi l’obiettivo è al 2%, e non tutti lo hanno raggiunto. L’intesa potrebbe essere sottoscritta al summit dell’Aia del 24 e 25 giugno. Quale compromesso, Rutte ha proposto che la spesa militare vera e propria si fissi al 3,5% del PIL entro il 2032 e che il restante 1,5% sia legato alla sicurezza in senso più ampio, come quella alle frontiere e contro gli attacchi in rete. Ci sono Paesi che non sono ancora convinti, come la Spagna: per Madrid, che comunque non pare intenzionata a porre il proprio veto, il 2% sarebbe sufficiente.
SEIDISERA 05.06.2025