La guerra che Israele conduce contro Hamas nella striscia di Gaza proseguirà fino a quando “tutti gli obbiettivi saranno raggiunti” e in particolare la distruzione del movimento islamista, ha affermato questa sera (sabato) Benjamin Netanyahu, nella prima conferenza stampa dopo la ripresa delle ostilità venerdì mattina. “Non possiamo raggiungere tali obbiettivi senza continuare le operazioni di terra”, ha aggiunto il premier israeliano, che ha anche espresso il su o parere sugli accordi di pace di Oslo (1993) con cui venne creata l’Autorità Nazionale Palestinese: “furono un errore terribile”. Per questo, “malgrado ciò ci venga consigliato dai nostri migliori amici (leggi: gli Stati Uniti, ndr) mi oppongo” all’idea che l’ANP assuma il controllo su Gaza una volta sconfitto Hamas. Per Netanyahu “l’ANP non solo non combatte il terrorismo, ma lo finanzia”.
E’ la prima volta che il premier delinea pubblicamente una nuova strategia per Gaza, che prevede il mantenimento di un controllo di sicurezza da parte dell’esercito “ma con un processo del tutto diverso” dal passato per gestirla. Piani che sembrano mettere Israele in rotta di collisione con l’alleato americano. Washington ha già fatto sapere di essere contraria a una riduzione del territorio della striscia. Anche il presidente francese Macron, da Doha dove è in missione diplomatica, ha espresso dubbi sul questa linea di condotta.
Intanto Tsahal ha intensificato i raid intorno a Khan Yunis, nel sud della striscia, ordinando l’evacuazione dei civili. Hamas ha lanciato raffiche di razzi contro diverse città a cui si aggiungono gli attacchi di Hezbollah dal sud del libano. Israele avrebbe a sua volta colpito a partire dalle alture del Golan (siriane, occupate nel 1967 e annesse nel 1981) diversi obbiettivi non meglio specificati nei pressi di Damasco, la capitale della Siria. Lo afferma l’agenzia stampa statale siriana SANA affermando che la difesa aerea ha abbattuto la maggior parte dei missili e che l’attacco ha prodotto solo danni materiali.
“Non si può negoziare col diavolo”
I bombardamenti israeliani sul sud della striscia di Gaza avrebbero provocato 240 morti e 650 feriti in due giorni. Il bilancio complessivo delle vittime avrebbe superato i 15.200. Anche le trattative per il rilascio di ulteriori ostaggi sembrano naufragate dopo che Israele ha ritirato la sua delegazione da Doha, la capitale del Qatar. Il capo del Mossad ha accusato Hamas di non avere rispettato gli accordi, che prevedevano il rilascio di altre 15 donne e due bambini. Il movimento afferma di detenere ormai solo uomini e soldati. In serata Netanyahu ha rincarato la dose: i nostri ostaggi sono prigionieri del diavolo, ha detto. “Come si fa a negoziare col diavolo?”.
Unica nota positiva della giornata sul fronte umanitario: una cinquantina di camion con aiuti umanitari è riuscita a entrare da Rafah, ma si tratta di poca cosa rispetto ai bisogni della popolazione.
Israele, nuovi bombardamenti al confine con il Libano
Telegiornale 03.12.2023, 20:00