Alla stazione di servizio di Nyzhnii Val Street a Podil, i pomeriggi scorrono tranquilli. Si sistemano le bibite in frigo e i deodoranti da appendere in auto con disegnati trattori, carri armati e slogan contro Mosca. Ogni tanto un’occhiata fuori ma non c’è coda alle pompe di rifornimento. La strada è trafficata, si aspetta l’autocisterna. Scena che si replica in tutte le stazioni di servizio di Kiev, in città e fuori città, per una normalità conquistata e non scontata in un Paese ancora in guerra. E che fino a tre anni e mezzo fa dipendeva quasi completamente da Russia e Bielorussia per rifornire auto e camion di carburante benzina e diesel.

Il carburante in Ucraina arriva anche via treno e il viaggio può durare giorni
Oggi il camion che porta il carburante in questa stazione di servizio ha fatto un viaggio che può durare giorni, e se prosegue verso est anche più di una settimana. L’Ucraina ha azzerato i suoi canali di approvvigionamento di carburante che c’erano prima dell’invasione su larga scala voluta da Putin. E ha riformato interamente il mercato, che viaggia solo in una direzione e in due modi. A ovest verso l’Europa, e su rotaia o su gomma. Treni e camion cisterna attraversano il Paese continuamente, riducendo sensibilmente i volumi stoccati nei depositi. Tutto è sempre in movimento così da essere più difficile da colpire, la Russia dal 2022 ha nel mirino anche le cisterne di carburante. “Nei primi tre mesi dell’invasione su vasta scala, oltre 50 depositi di stoccaggio di carburante sono stati distrutti”, racconta dal suo ufficio a Kiev Serhii Kuiun, direttore del A95 Consulting Group ed esperto di carburante e politiche energetiche. È l’obiettivo che i russi prendono maggiormente di mira, senza carburante il Paese è paralizzato. La fase più critica – racconta Serhii Kuiun – è ad aprile del 2022, i distributori restano senza benzina. Alcuni gestori decidono di razionare i rifornimenti fino a 5 litri ad auto, si creano file e si cerca di garantire carburante per ambulanze e i trasporti di beni di prima necessità. La svolta arriva il 17 maggio, tre mesi dopo l’invasione. Il governo elimina le restrizioni di prezzo al carburante, mossa che consente ai gestori di importare di più e di andare a prendere carburante dove lo trovano. In più Kiev facilita le operazioni di carico e scarico dai treni, le licenze per gli autisti, le deroghe e liste per chi passa il confine in età da mobilitazione. Al confine i camion saltano le code, i gestori acquistano camion e li adattano per trasportare carburante. I treni della compagnia di Stato Ukrzaliznytsia svolgono – non solo per il trasporto passeggeri – un ruolo decisivo nel distribuire carburante, andandolo a prendere in Polonia e in Romania. Le due porte d’accesso da dove arriva oggi il carburante importato in Ucraina. “ Ukrzaliznytsia è la spina dorsale dell’economia ucraina e dello stato, specialmente durante la guerra”, racconta da Kiev Serhii Leshchenko, Supervisory Board member della compagnia di Stato. Sui numeri del trasporto cargo dice che “non parliamo il linguaggio dei treni, ma il linguaggio delle tonnellate”. Nel 2024 la compagnia ha trasportato 174,9 milioni di tonnellate di merci, il 17,9% in più in un anno. Quasi 9 milioni di tonnellate di merci transitano in un anno dalla stazione di Izov, al confine con la Polonia, secondo i dati passati a RSI da Ukrzaliznytsia.
Serhii Kuiun traccia con le dita davanti a sé la mappa dove treni e camion vanno a prendere carburante. “Se immaginiamo la situazione, circa il 50% arriva attraverso il confine polacco e il restante 50% attraverso i confini meridionali - la Romania. I produttori di questi Paesi forniscono solo una piccola parte delle forniture, stiamo parlando di porti. Porti, oppure - nel caso della Polonia - si tratta di transito dalla Germania e dalla Lituania. Nel caso della Romania, si tratta principalmente di porti romeni. Per essere precisi, un porto romeno - Costanza - copre quasi tutto il volume delle forniture”, dice. Il carburante acquistato oggi arriva da 15 Paesi. La novità sugli approvvigionamenti è la Germania, che nell’ultimo anno è diventato il terzo Paese – dopo Polonia e Romania – a fornire benzina a Kiev. Inoltre la guerra porta – sul fronte dei consumi – una novità che prima non c’era in questi termini. “L’unica vera novità emersa con la guerra è stata la necessità di prodotti petroliferi come carburante per i generatori. Quando sono iniziati i blackout, tutti hanno cominciato a usare i generatori in modo molto intenso. Il consumo di carburante per i generatori è sicuramente una novità: prima non esisteva”, racconta Serhii Kuiun. E va a ricalibrare le priorità. “La nostra massima priorità per il carburante, ora, sono le forze di difesa - è piuttosto ovvio - perché hanno iniziato a consumarne molto di più a causa dell’intensificarsi dei combattimenti”, dice il direttore di A95 Consulting Group. “In secondo luogo, i trasporti pubblici. Adesso, il trasporto merci gioca un ruolo significativo. Perché? Il nostro mare è bloccato, quindi non abbiamo importazioni ed esportazioni. Beh, abbiamo qualche esportazione via mare, ma si tratta di una quantità molto limitata di beni. Quindi, tutta la nostra economia si regge adesso sui camion”.

Serhii Kuiun, direttore del A95 Consulting Group
Ucraina, perché è contesa?
SEIDISERA 23.04.2025, 18:00
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