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SVIZZERA-STATI UNITI

“I dazi scenderanno tra 10-12 giorni”

Non è ancora chiaro quando scatterà la modifica - Il consigliere federale Guy Parmelin afferma comunque che “ci vorrà tempo”

  • 15 novembre, 09:03
  • 15 novembre, 15:05
Il consigliere federale Guy Parmelin nell'intervista rilasciata a SRF

Il consigliere federale Guy Parmelin nell'intervista rilasciata a SRF

  • SRF
Di: Redazione RSI Info 

Svizzera e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo: i dazi doganali scenderanno dall’attuale 39% al 15%. L’annuncio è stato fatto venerdì dal Consiglio federale e dal rappresentante commerciale statunitense Jamieson Greer. La situazione si è dunque sbloccata dopo mesi di stallo.

Quando scatterà la modifica? Al momento non è chiaro, ma potrebbe avvenire tra dieci-dodici giorni, come affermato dal consigliere federale Guy Parmelin in in un’intervista rilasciata a SRF.

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02:17

Dazi americani, accordo raggiunto

Telegiornale 14.11.2025, 20:00

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15 novembre, 16:03

"Le difficoltà non sono finite"

Duecento miliardi di investimenti negli Stati Uniti, abolizione di barriere doganali nel settore agricolo e non solo. La domanda è: la Svizzera ha pagato un prezzo troppo alto per l’intesa commerciale con gli Stati Uniti? L’intervista a Giovanni Barone Adesi, docente emerito e già decano della facoltà di economia dell’Università della Svizzera italiana.


15 novembre, 13:10

Baume-Schneider: "È soltanto l'inizio"

Per la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, a capo del Dipartimento federale dell’interno, l’intesa raggiunta con gli Stati Uniti sui dazi è positiva. Tuttavia, ha messo in guardia, si tratta solo dell’inizio di un processo.

Si tratta al momento di una “Dichiarazione d’intenti” ha tenuto a precisare in un’intervento alla SRF. Bisognerà adesso definire quali merci sono interessate ha spiegato, aggiungendo che molto dipenderà anche dalle decisioni dei tribunali statunitensi al riguardo. “Quando si negozia qualcosa con gli Stati Uniti, non si sa mai per quanto tempo sarà valido”, ha affermato Baume-Schneider.

Elisabeth Baume-Schneider

Elisabeth Baume-Schneider

  • Immagine d'archivio Keystone

Tuttavia, il risultato dei negoziati è sicuramente positivo per le aziende esportatrici: l’economia continuerà a risentire dei dazi del 15%, ma non così tanto come con quelli del 39% imposti da Donald Trump. Inoltre, col 15% siamo allo stesso livello dei dazi sui prodotti dell’UE, ha sottolineato.

15 novembre, 13:02

Il giorno dopo l'annuncio

Da venerdì sera la Svizzera può tirare un respiro di sollievo per quanto riguarda la querelle commerciale con gli Stati Uniti. La soddisfazione del settore orologiero: “È una buona notizia”.

15 novembre, 12:38

Dazi e carne

I dazi statunitensi sui prodotti dalla Svizzera scenderanno. Ma l’accordo prevede delle concessioni da parte di Berna, per esempio un contingente di carne che può essere importata nella Confederazione esente da tariffe doganali. Cosa ne pensano i settori interessati?

15 novembre, 10:39

C'è anche chi fa i conti

ArcInfo mette invece mano alla calcolatrice e fa notare che in realtà i dazi saranno non del 15%, bensì del 27%. Questo perché, nel frattempo, si è presentato un altro ostacolo per gli esportatori, ovvero il franco forte. Con l’attuale tasso di cambio, un dollaro vale 0,80 franchi, rispetto agli 0,90 di marzo: in otto mesi, un prodotto svizzero è quindi diventato più caro negli Stati Uniti del 12%, riassume il media neocastellano.

15 novembre, 10:38

Dazi, la stampa svizzera tira un sospiro di sollievo ma solleva alcuni dubbi

I media elvetici esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto ieri (venerdì) nella controversia doganale tra la Svizzera e gli Stati Uniti, ma non mancano i toni cauti. La dichiarazione d’intenti concordata ha infatti solo carattere provvisorio e vi è incertezza su come si muoverà in futuro il presidente americano Donald Trump. E c’è anche chi parla di “inchino” e “vittoria di Pirro”.

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02:20

Dazi USA, la rassegna stampa

Telegiornale 15.11.2025, 12:30

Per i giornali del gruppo Tamedia, l’accordo che ha portato i dazi dal 39% al 15% ha “scongiurato il peggio” e migliora le condizioni per le aziende svizzere d’esportazione ma temono che “qualcosa possa ancora andare storto prima che l’accordo sia definitivo”.

L’accordo è una “liberazione”, scrive il “Blick” nel suo commento intitolato: “La Svizzera decifra il codice Trump!”. Ma - sottolinea il quotidiano - è anche una “lezione di politica”, poiché mentre la Confederazione rimaneva in silenzio, l’economia agiva “con discrezione, determinazione e propensione al rischio”.

La gioia per l’accordo sulle tariffe doganali “è offuscata”, placa gli entusiasmi la “Neue Zürcher Zeitung”. Il 15% è ancora molto più alto della media del 3% in vigore all’inizio dell’anno. In più, permane l’elevata incertezza su quali siano i prossimi piani di Trump.

I titoli di CH Media si chiedono dal canto loro perché la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, che in estate era attivamente coinvolta nei negoziati e nella comunicazione, ieri non fosse presente alla conferenza stampa.

Ancora più critica la stampa romanda che, in generale, rimarca che “il prezzo da pagare per raggiungere un’intesa sia stato elevato”. Pur rallegrandosi dell’abbassamento dei dazi, “24 heures” e “Tribune de Genève” parlano di “inchino”: a “dettare le regole”, come tutti già sapevano ma la Svizzera ha faticato a comprendere, è infatti Donald Trump. I quotidiani non mancano peraltro di ricordare “i passi falsi diplomatici” compiuti dall’esecutivo.

15 novembre, 09:02

Dazi più bassi "forse fra 10-12 giorni"

La data di entrata in vigore dei nuovi dazi americani sulle merci svizzere non è ancora chiara, ma potrebbe essere tra 10-12 giorni. Lo ha affermato a SRF il consigliere federale Guy Parmelin, aggiungendo che “ci vorrà un po’ di tempo”.

Come è stato reso noto venerdì, gli Stati Uniti abbasseranno le tariffe doganali dal 39% al 15% per le merci provenienti dalla Confederazione, riportandola in parità con altri concorrenti, come i Paesi dell’Unione europea. Una dichiarazione d’intenti in questo senso è stata stipulata fra le due nazioni dopo il viaggio dello stesso Parmelin negli USA in settimana, che ha sbloccato la situazione dopo mesi di stallo.

In cambio, alcune aziende svizzere prevedono di effettuare investimenti diretti negli Stati Uniti per 200 miliardi di dollari entro la fine del 2028, ha detto Parmelin illustrando l’accordo. Berna ha inoltre fatto ulteriori concessioni su alcuni prodotti, come determinati tipi di carne, e sul miglioramento del riconoscimento delle norme americane nella Confederazione, in particolare nel settore automobilistico.

Sebbene i dazi rimaneggiati rimangano più elevati rispetto al passato, la riduzione concordata dovrebbe dare impulsi positivi all’economia elvetica e stabilizzare le relazioni commerciali bilaterali. Le tariffe del 39% hanno già causato danni, avendo colpito il 40% delle esportazioni, ha spiegato Parmelin.