Svizzera

Dazi USA, Parmelin: “Con accordo miglioramenti significativi”

Il consigliere federale presenta l’intesa con Trump (dazi ridotti dal 39% al 15%): “Alcune aziende svizzere prevedono di effettuare investimenti diretti negli USA per circa 158 miliardi di franchi entro la fine del 2028”

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Helene Budliger Artieda, segretaria di Stato dell'economia, il consigliere federale Guy Parmelin e la vicecancelliera e portavoce del governo Nicole Lamon, alla conferenza stampa

Helene Budliger Artieda, segretaria di Stato dell'economia, il consigliere federale Guy Parmelin e la vicecancelliera e portavoce del governo Nicole Lamon, alla conferenza stampa

  • Keystone
Di: ATS/M. Ang. 

“Alcune aziende svizzere prevedono di effettuare investimenti diretti negli Stati Uniti per 200 miliardi di dollari (circa 158 miliardi di franchi al cambio attuale) entro la fine del 2028”. Così il consigliere federale Guy Parmelin, appena rientrato dagli USA, illustrando la dichiarazione di intenti giuridicamente non vincolante raggiunta dalla Svizzera con gli USA in base alla quale il presidente degli Stati Uniti Donald Trump farà marcia indietro, riducendo dall’attuale 39% al 15% i dazi applicati alle esportazioni provenienti dalla Confederazione.

Il capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) ha insistito sul fatto che l’economia privata non ha ricevuto alcun mandato dalla Confederazione. Per il successo delle trattative ha contato il “team Switzerland”, ha detto il vicepresidente della Confederazione, facendo riferimento agli sforzi compiuti dal mondo economico e politico.

Parmelin ha parlato di un “passo importante per le imprese svizzere e per la stabilità delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti”.

L’attuazione dell’accordo con gli Stati Uniti richiederà un po’ di tempo, ha ammesso Parmelin. “L’obiettivo è quello di farlo il prima possibile, coordinandosi con gli Stati Uniti (...). Affinché entri in vigore occorre considerare tutti gli aspetti tecnici doganali. Le decisioni devono essere trascritte. E questo richiederà un po’ di tempo”, ha spiegato, interrogato dai giornalisti. “Ma l’obiettivo è quello di procedere il più rapidamente possibile”.

A livello tecnico, alcuni dazi che prima del passaggio al 39% erano già superiori alla nuova soglia del 15%, torneranno al loro livello originale e non scenderanno quindi al 15%. 

Le ulteriori concessioni della Svizzera a Trump

La Svizzera ha fatto ulteriori concessioni su alcuni prodotti, come determinati tipi di carne, e sul miglioramento del riconoscimento delle norme USA nella Confederazione, in particolare nel settore automobilistico. I risultati dei negoziati con gli Stati Uniti non pongono problemi all’agricoltura elvetica, ha assicurato Permelin, sottolineando che la Svizzera non ha fatto alcuna concessione in materia di sovranità o neutralità. Berna resta “autonoma”.

Per quanto riguarda le contropartite, nell’ambito della dichiarazione d’intenti, la Svizzera abolirà i dazi sull’importazione di una serie di prodotti statunitensi. Oltre ai prodotti industriali, al pesce e ai frutti di mare, si tratta di prodotti agricoli USA che la Svizzera considera “non sensibili”. La Svizzera concede agli Stati Uniti contingenti bilaterali esenti da dazi su alcuni prodotti esportati dagli USA: 500 tonnellate di carne di manzo, 1’000 tonnellate di carne di bisonte, 1’500 tonnellate di pollame. La data di attuazione di queste concessioni di accesso al mercato sarà coordinata con gli Stati Uniti per garantire la riduzione simultanea dei dazi. 

Parmelin ha pure specificato che le attuali esenzioni dalle tariffe come, ad esempio, quelle per la farmaceutica, la chimica e l’oro continueranno a sussistere. Inoltre, anche nell’ambito di nuovi dazi su farmaci e semiconduttori minacciati da Trump, con il nuovo accordo, questi non potranno in ogni modo superare la soglia del 15%.

L’annuncio della riduzione dei dazi stabilizza le relazioni commerciali bilaterali. Anche se nel complesso l’aliquota doganale rimane elevata in confronto alla situazione anteriore alla loro introduzione, questa riduzione concertata dovrebbe ripercuotersi positivamente sull’economia elvetica. “Sono soddisfatto per la Svizzera, per le imprese e per le esportazioni”, ha detto Parmelin. L’abbassamento dei dazi consente alla Confederazione di essere “su un piano di parità” rispetto ai paesi dell’UE, anch’essi soggetti a dazi doganali del 15%.

Non tutto tornerà come prima

Alcuni settori dell’industria svizzera non potranno tornare al livello di tassazione precedente all’aumento dei dazi doganali deciso da Trump. “Non siamo riusciti a negoziare gli sconti che avremmo voluto”, ha aggiunto il consigliere federale. Ha poi spiegato che alcuni prodotti erano tassati oltre il 15% prima del primo agosto. È il caso dello Sbrinz, che era tassato al 19% e poi al 39% dal 7 agosto. L’aliquota torna al 19%. Ma il Gruyère, tassato al 10% prima di agosto, non tornerà a quel livello. Sarà soggetto a dazi doganali del 15%. “Il nostro obiettivo è quello di avere le stesse condizioni per tutti. Ma al momento ciò non è possibile”, ha aggiunto Philippe Lionnet, responsabile degli accordi di libero scambio presso la Segreteria di Stato dell’economia (SECO).

Svizzera e Stati Uniti hanno annunciato venerdì di aver trovato un’intesa nella complessa questione dei dazi doganali. Il Consiglio federale nel suo post ha ringraziato il presidente statunitense Trump per il suo impegno costruttivo.

In precedenza anche il rappresentante al Commercio USA, Jamieson Greer, aveva annunciato l’accordo, sempre su X: “Abbiamo sostanzialmente raggiunto un accordo [commerciale] con la Svizzera, quindi pubblicheremo i dettagli oggi... Siamo davvero entusiasti di questo accordo e di ciò che significa per l’industria manifatturiera americana”. Greer ha spiegato alla CNBC che la Svizzera trasferirà “gran parte della produzione qui negli Stati Uniti: prodotti farmaceutici, oro, attrezzature ferroviarie... ”, ha detto, spiegando la logica dietro i dazi imposti alla Svizzera. La misura rientra in un piano avviato ad aprile con il programma di scambi reciproci voluto dal presidente Trump, che punta a ridurre il deficit commerciale USA. “Manteniamo dei dazi su questi paesi per controllare il deficit”, ha affermato Greer, sottolineando che Berna ha accettato di gestire il proprio surplus con Washington, trasferendo parte della produzione sul suolo statunitense. Settori chiave come farmaceutica, oro e attrezzature ferroviarie saranno progressivamente trasferiti negli Stati Uniti da aziende svizzere, riducendo così le fonti del surplus, ha detto Greer.

Ecco chi beneficerà maggiormente della riduzione delle tariffe

Secondo quanto affermato dall’UBS su richiesta dell’agenzia di stampa AWP, a beneficiare della riduzione dei dazi doganali saranno soprattutto l’industria orologiera, medica, meccanica, elettrica e metallurgica. Secondo la Banca Cantonale di Lucerna, la riduzione dei dazi doganali eliminerà anche lo svantaggio competitivo dei settori interessati, in particolare rispetto alla concorrenza dell’UE. Da alcuni mesi, infatti, i beni provenienti dall’UE beneficiano già di una riduzione dei dazi doganali statunitensi al 15%. L’armonizzazione delle tariffe dovrebbe inoltre ridurre la pressione sugli esportatori svizzeri affinché trasferiscano la loro produzione nell’UE o negli Stati Uniti.

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Dazi, Parmelin torna a Washington

Telegiornale 13.11.2025, 12:30

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